cronaca

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A un anno dal tragico crollo del Ponte Morandi è nostra precisa intenzione quella di stringerci attorno ai parenti delle vittime ai quali nessuna cerimonia, nessun provvedimento statale, nessuna iniziativa potranno mai rendere i loro cari. Sono le ore della commemorazione di quelle 43 persone che hanno perso la vita n un modo terribile, se mai c’è un modo di morire peggiore degli altri.


Ricordiamo uno per uno i bambini, i giovani, le famiglie, i lavoratori, i gruppi di amici che hanno avuto la vita spezzata il 14 agosto dello scorso anno. Nemmeno il verdetto del tribunale, quando ci sarà, renderà la vita alle persone cadute al ponte maledetto. Attendiamo come tutti i liguri, come ogni genovese, il termine del percorso delle indagini per poter dire che almeno sono stati dati volti e nomi dei colpevoli, perché almeno le persone vicine alle vittime sappiano che giustizia è stata fatta. Non si può non fare proprio l’appello di Papa Francesco ai genovesi: “Non lasciatevi rubare la speranza, Non lasciate che le vicende della vita spezzino i legami che tessono la vostra comunità, cancellino la memoria di ciò che ha reso così importante e significativa la sua storia”.

Genova ha lavorato compatta perché lo Stato concedesse alla città quegli aiuti necessari a non affondare: istituzioni, parti sociali, la Chiesa genovese hanno fatto fronte comune per spiegare il dramma di una città. Ora devono fare nuovamente fronte comune e compatto di fronte al momento politico, perché chiunque governi confermi il sostegno alla città in ogni sua forma, primo tra tutti il veloce completamento del nuovo viadotto.
Abbiamo fatto tanta strada, con grande fatica, ognuno per la sua parte. Il commissario per l’emergenza Giovanni Toti, il commissario per la ricostruzione Marco Bucci e, secondo il proprio ruolo, sindacati, imprese, cittadini. Non si può fare l’impossibile, purtroppo non si può ridare la vita a chi l’ha persa, ma è necessario fare e continuare a fare il possibile perché la città e la regione non soccombano.

È fondamentale che la coesione di tutti i soggetti che hanno un ruolo, governo compreso, continuino come è accaduto a lavorare a testa bassa perché non sia la città a diventare vittima di quanto è accaduto. La Cisl farà la propria parte, non abbassando mai la guardia, continuando a chiedere che a Genova e alla Liguria non manchino più le infrastrutture, che il porto possa continuare a crescere, che il turismo possa superare l’attuale fase di stanca in gran parte causata proprio dal crollo del ponte, che l’economia non solo sopravviva al disastro, ma possa finalmente decollare. A un anno di distanza dalla tragedia, Genova e la Liguria devono acquisire la consapevolezza della loro forza che sta proprio nella solidità del patto tra istituzioni, sindacati, associazioni datoriali e cittadini. Una forza da applicare a tutti i temi sul tavolo e non solo all’emergenza.

* Luca Maestripieri, Segretario Generale Cisl Liguria