cronaca

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Partirà con quattro giorni al mese e potrebbe coinvolgere lavoratori del settore pubblico e privato del Ponente e della Valpolcevera 'condizionati' dal crollo del Ponte Morandi, la sperimentazione di smartworking lanciata dal Comune e da aziende quali Asl3, Abb, Siemens, Istituto italiano di tecnologia, Esaote, Rina.


La proposta è stata illustrata a un tavolo di lavoro dall'assessore comunale al personale Anna Viscogliosi. "La rete cittadina lavora già da mesi sullo smartworking, una modalità di lavoro orientata più al risultato che all'orario di servizio - dice Viscogliosi -. Vogliamo garantire al maggior numero di lavoratori la possibilità di lavorare a casa o nell'abitazione di un parente anziano o in altra sede. In questo caso può essere utile anche a decongestionare il traffico privato nel ponente dove la presenza di veicoli è cresciuta a causa del crollo del viadotto".


Il tavolo sta formulando un vero e proprio contratto scritto da sottoporre al dipendente e il responsabile dell'ufficio per individuare modalità e obiettivi. Il lavoratore dovrà essere reperibile dalle 8 alle 18.


Per i dipendenti comunali la delibera per l'adozione del regolamento sullo smartworking sarà portata domani in giunta, da venerdì gli uffici possono registrare i primi contratti e dalla prossima settimana ci potrebbero essere i primi lavoratori 'distaccati' per quattro giorni al mese. Il Comune pensa di promuovere l'iniziativa almeno a 500 dei 5 mila circa lavoratori interni all'ente. Viscogliosi parla di "un salto culturale all'interno delle pubbliche amministrazioni".

Verrà anche costituito un osservatorio comunale del welfare, "se a Genova si lavora bene e gli aspetti legati alla famiglia sono tenuti presenti da amministrazioni pubbliche e imprese, questo diventa un elemento di attrattività per la città".