cronaca

Il racconto a 'Genova nel Cuore'
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"Quella casa era di mio nonno, ci sono nati i miei genitori, ci sono nata io e ci sono nati i miei figli. C'è la mia vita tra quelle mura e non potrò portarla via tutta". E' Loredana, una delle tante sfollate di ponte Morandi, a spiegare durante 'Genova nel cuore' i sentimenti e le emozioni che si provano nel sapere di poter ora rientrare a casa per le ultime tre volte. 


La commissione infatti valutati i dati dei sensori montati sul moncone del ponte ha dato il via libera ai rientri in casa. L'obiettivo per tutti è recuperere più oggetti possibili: da vestiario ad arredamento. Il tempo è limitato, appena due ore a famiglia per tre volte.         


"Non so ancora se il mio turno sarà mercoledì o giovedì - spiega ancora Loredana -. Ma di certo rientreremo con uno stato d'animo molto provato. C'è però una cosa che non potrò portare via: tempo fa ho fatto lasciare le impronte colorate delle mani dei miei figli in un muro della casa. Dovrò accontentarmi di scattare una foto". Chi si trova costretto a lasciare la casa lascia all'interno anche tutti i ricordi della propria vita. "C'è chi mi dice 'sei fortunata, ti danno tanti soldi', ma io non voglio i soldi, voglio casa mia con i miei ricordi e la mia vita. Ma così so che non potrà essere" spiega ancora Loredana. 
 
 
"Sono stata tra le fortunate che il 15 agosto è riuscita a rientare a casa a recuperare i beni di prima necessità - precisa Loredana -. Quel giorno ho avuto un momento di panico, non sapevo cosa prendere, ora non so cosa proverò nelle prossime ore sapendo che queste sono le ultime tre volte che entro in casa".