"E' estremamente importante parlare con il premier Draghi, non perché siamo noi, ma perché devono guardarci negli occhi, devono capire che la questione del crollo del Morandi è una di quelle che danno legittimità o meno ad uno Stato. E devono capire che certe scelte compiute in passato sono sbagliate e non si può continuare ad andare avanti come tori".
Il tono della voce, come sempre, è intriso di dolore e passione civile, ma Egle Possetti non trascende mai. Non trascende e non scende sul terreno di chi questa tragedia deve sentirla viva sulla propria coscienza. Il comitato in ricordo delle vittime di ponte Morandi ha chiesto, attraverso la Prefettura, un incontro con il nuovo capo del Governo ed è in attesa di una risposta. "Sappiamo che Draghi in questo momento deve affrontare molte questioni - dice Possetti ad Oltre Tutto, il programma di approfondimento di Primocanale - ma bisogna rimettere in discussione alcune scelte che in passato si sono compiute".
Anche perché il tutto avviene mentre la Stanza di Controllo del nuovo ponte Genova San Giorgio viene beffardamente "sorvegliata" da Aspi, mentre ogni giorno fuoriescono testimonianze sconvolgenti sulla leggerezza, per usare un eufemismo, con cui dirigenti e capi tecnici di Autostrade per l'Italia affrontavano e gestivano il tema della sicurezza sulla rete autostradale, ligure e non solo.
Forse l'incrocio degli sguardi tra i famigliari delle vittime e il presidente del consiglio Mario Draghi non servirà a cambiare le cose, ad arrivare a quella revoca della concessione ai Benetton che per ora ben tre Governi non sono riusciti - o non hanno voluto - portare avanti, dopo averlo proclamato a destra e a manca.
Ma una cosa è certa: quegli occhi saranno anche i nostri, di tutti noi, di chiunque su quel viadotto maledetto poteva esserci o perderci qualcuno di caro.
cronaca
Ponte Morandi, l'urlo "silenzioso" dei famigliari delle vittime: "Draghi deve guardarci negli occhi"
Egle Possetti: "E' una di quelle questioni che danno legittimità o meno ad uno Stato"
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