cronaca

"Nessuno si deve vendere", questa la frase pronunciata da uno dei consulenti degli indagati nell'inchiesta
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 È in corso l'udienza del secondo incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale collassato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone. Il secondo incidente servirà a stabilire le cause del disastro. Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini, che presiede le udienze, ha segnalato in procura che i consulenti degli indagati (71 persone e le due società Aspie e Spea) hanno fatto pressioni nei confronti dei suoi periti che avrebbero lamentato un clima "poco sereno".

Lo scorso luglio si era concluso il primo incidente probatorio: l'accertamento in cui erano stati inviati alcuni reperti in un laboratorio in Svizzera dove era stato appurato il degrado dei trefoli che sostenevano il ponte ma anche difetti nella costruzione dell'opera e aveva "fotografato" il viadotto dopo il crollo e lo stato delle sue parti collassate.


"Nessuno si deve vendere". È questa la frase pronunciata da uno dei consulenti degli indagati nell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi nei confronti dei periti del gip Angela Nutini e finita nella segnalazione da parte del giudice alla procura di Genova. La segnalazione è adesso in mano al procuratore aggiunto Francesco Pinto che nelle prossime ore potrebbe aprire un fascicolo per oltraggio a pubblico ufficiale sulle pressioni denunciate dal gip cui sarebbero sottoposti gli esperti nominati dal giudice.