cronaca

Interdittiva per 12 mesi all'ex manager di Autostrade
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Per il ponte Morandi vennero redatti falsi report sulle "ispezioni, sulla valutazione di sicurezza richiesta dall'ordinanza del presidente del Consiglio e sulle verifiche di sicurezza antisismiche". Lo scrivono i giudici del Riesame nelle motivazioni alla revoca dei domiciliari a Paolo Berti, ex direttore Operazioni centrali di Autostrade per l'Italia, disponendo l'interdittiva per 12 mesi. In più "è stato artatamente inquadrato come intervento locale il progetto di retrofitting (il rinforzo delle pile 9, quella caduta, e la 10), con elusione dei controlli e avallando affermazioni inveritiere". (CLICCA QUI)

"E' eclatante la connessione qualificata tra tutte le indagini (dal crollo del Morandi, ai falsi report sui viadotti passando per le barriere e la manutenzione delle gallerie oltre alla tentata truffa), tutti riguardanti omessi e lacunosi controlli, con le correlate manutenzioni sulle strutture autostradali, al fine di risparmio sulle spese e di aumento degli utili da distribuire, con ovvio riconoscimento di rilevanti incentivi economici ai dirigenti che li permettevano, il tutto in totale spregio della sicurezza degli utenti delle autostrade", sottolineano i giudici del Riesame nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere fonoassorbenti "difettose", uno dei filoni di indagine nato dall'inchiesta principale sul disastro del 14 agosto 2018 a Genova, in cui persero la vita 43 persone.

Arresti manager ex Autostrade, Donferri: “Cavi di ponte Morandi sono corrosi” - CLICCA QUI


Paolo Berti, ex direttore delle operazioni centrali di Autostrade
era finito agli arresti domiciliari a metà novembre nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere antirumore pericolose. Oltre a lui erano stati arrestati l'ex amministratore delegato di Autostrade e Atlantia Giovanni Castellucci e l'ex direttore delle manutenzioni Michele Donferri Mitelli. Anche per il primo il Riesame aveva revocato la misura sostituendola con l'interdizione per 12 mesi mentre per il secondo aveva confermato i domiciliari. La revoca degli arresti domiciliari è stata disposta dal tribunale del Riesame di Genova che ha accolto l'istanza dei legali, gli avvocati Maurizio D'Ascia e Filippo Dinacci, di revoca dei domiciliari. (CLICCA QUI)

Nei giorni immediatamente successivi al crollo del ponte Morandi, Berti cancellò
dal suo telefono una serie di chat di WhatsApp. Tra queste anche quella con Michele Donferri Mitelli sui cavi corrosi del viadotto. Berti, scrivono i giudici del Riesame, è in America a seguire un convegno su come si salvaguardano i ponti. A un certo punto invia a Donferri Mitelli la proposta di "iniettare aria deumidificata nei cavi del Polcevera per levare l'umidita'", ma l'altro risponde: "i cavi sono gia' corrosi". Berti risponde "Sti cazzi.. io me ne vado" evidentemente "conscio - scrivono i giudici - della possibilita' di sciagure delle quali sarebbe stato chiamato a rispondere visto che non emerge da nessuna parte che egli gia' sapesse del trasferimento ad Aeroporti di Roma, trasferimento che sarebbe avvenuto oltre sei mesi dopo, a sua tutela, in connessione con l'imminente condanna nel procedimento di Avellino".

L'ex dirigente aveva detto davanti al gip di avere cancellato le chat per abitudine per liberare spazio in memoria. Circostanza che però non convince i giudici. "Visto che la cancellazione non è avvenuta subito o poco dopo la conversazione fa escludere che la stessa sia avvenuta per esigenze di spazio". Berti, concludono i giudici, "sperava che il vulcanico Donferri avesse proceduto alla pulizia del proprio cellulare (dove i messaggi sono stati invece ritrovati) e, comunque, al momento non poteva chiederglielo telefonicamente vista l'altissima probabilita' di intercettazioni in corso".


I fondi Macquarie e Blackstone, insieme a Cassa Depositi e Prestiti, hanno chiesto ad Atlantia di allungare a gennaio i termini per la presentazione di un'offerta vincolante per Autostrade. La richiesta è stata avanzata nel corso di un incontro tra Atlantia e i potenziali acquirenti e nasce "dalla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti sul dossier, di ricevere risposte alle numerose domande formulate e in sostanza dall'esigenza di completare la due diligence, anche a fronte del fatto che il Pef non è stato ancora approvato formalmente", riferiscono alcune fonti. (CLICCA QUI)