cronaca

Consegnate le risposte al primo incidente probatorio
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"Il ponte è crollato perché non ce la faceva più a stare in piedi. Come una persona che muore di morte naturale. Certo, bisogna poi capire se il ponte poteva essere salvato, curato. Ed è quello che appureremo con le indagini". Così il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi facendo il punto sull'inchiesta aperta dalla procura sul crollo di Ponte Morandi. 

 "E' una indagine complessa. Ci sono aspetti tecnici - ha aggiunto il procuratore Cozzi - che si scandagliano con gli incidenti probatori. Ci sono in corso gli accertamenti per il secondo di questi che dovrebbero concludersi a dicembre. 
E poi c'è l'analisi di tutta la documentazione acquisita in questi mesi che stiamo analizzando. L'inchiesta non potrà essere chiusa prima della fine del secondo incidente probatorio, sicuramente".

Per adesso, i periti hanno consegnato le risposte al primo incidente probatorio. "E' una perizia molto tecnica - prosegue il capo dei pm genovesi - e descrittiva. E dalle valutazioni fatte dagli esperti non mi sembra che si tratti di valutazioni positive. Poi, se e quanto lo stato del viadotto abbia contribuito o determinato il crollo è da appurare con le indagini. Ognuno può fare i commenti che vuole, ma bisogna essere cauti perché un conto sono le valutazioni e i commenti su una perizia tecnica, un conto è pensare che si usino gli stessi metodi di valutazione per gestire e mantenere un'opera". Cozzi parteciperà alla commemorazione, "per profondo rispetto e riguardo nei confronti delle vittime e dei loro parenti ma anche dell'intera comunità che ha subito un danno enorme".

E' trascorso quasi un anno dalla tragedia che ha portato alla morte di 43 persone. Appena pochi giorni fa i periti hanno esaminato le condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti precipitate. In particolare è stato analizzato lo stato di salute del reperto 132, il punto di connessione fra lo strallo e l'antenna della pila 9, che secondo gli esperti avrebbe ceduto per primo: "Nei trefoli c'è uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri, derivanti dello zolfo, e cloruri".

L'inchiesta vede indagate 71 persone, insieme alle due societa' Autostrade e Spea. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso. Al momento è in corso il secondo incidente probatorio, quello che dovrà far luce sulle cause che hanno portato al collasso della struttura. Il primo invece verte sull'analisi delle condizioni del ponte. 

L'ultimo pensiero il procuratore Cozzi lo dedica alle vittime più giovani.
"Il nome del nuovo ponte potrebbe ricordare i più piccoli morti nella tragedia. Sarebbe un modo per pensare al futuro, ai giovani e a Genova". I più piccoli "sono Crystal Cecala, 9 anni e Samuele Robbiano di 8, e Manuele, 16 anni, e Camilla Bellasio. Perché allora non chiamarlo ponte Crystal Samuele? Piuttosto che scegliere nomi di personaggi illustri perché non pensare a loro? Un modo per dare speranza e pensare al futuro, alle loro vite fragili piene di speranze".