cronaca

Scarso interesse dalle aziende per i fondi per la cassa integrazione in deroga
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Un tesoretto da quasi 15 milioni che la Regione vorrebbe sfruttare per risarcire chi finora èrimasto escluso dai criteri fissati dal Decreto Genova. A tanto ammontano gli avanzi della struttura commissariale per l'emergenza di Ponte Morandi, guidata dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dei fondi per i lavoratori autonomi e per la cassa integrazione in deroga. Affinché la Regione ne possa disporre, però, è necessario un intervento del governo, che potrebbe concretizzarsi in qualche emendamento alla prossima manovra, chiesto da tempo dallo stesso Toti.

La disponibilità finanziaria riconosciuta dallo Stato
su questi capitoli di sostegno al reddito era di 30 milioni complessivi per il 2018 e il 2019. Il governatore vorrebbe sfruttarli, con maglie piu' larghe, anche nel 2020 e nel 2021. Ad esempio, per risarcire i lavoratori autonomi delle società di capitali, srl e srls, al momento rimasti esclusi, come richiesto martedì scorso in consiglio regionale dal capogruppo del Pd, Giovanni Lunardon. Secondo il dem, in realtà, non sarebbe indispensabile un intervento normativo statale.

In aula, l'assessore al Lavoro, Gianni Berrino, aveva confermato la linea della giunta: "Come Regione abbiamo avanzato proposte di emendamenti alla legge di bilancio che, qualora venissero accolte, consentirebbero di indire un nuovo bando che comprenderà, fra le altre, anche le tipologie segnalate dal consigliere". Finora, la Regione ha "speso" 15 milioni e 90mila euro per coprire 1.006 richieste di rimborso "una tantum" da 15mila euro arrivate dai lavoratori autonomi e dai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, di agenzia e di rappresentanza commerciale costretti a sospendere le proprie attività a causa del crollo di Ponte Morandi.

Le domande giunte in Piazza De Ferrari sono circa 1.200 e, con il completamento dell'istruttoria delle ultime pratiche, il bilancio è destinato a salire ancora di qualche migliaia di euro. Il governatore e commissario Toti aveva allargato progressivamente le maglie degli aventi diritto al rimborso, fino ad arrivare a comprendere chi fosse stato costretto dal crollo del Ponte Morandi a sospendere la propria attività per almeno quattro giorni, anche non consecutivi.

La maggior parte dell'avanzo è dovuta allo scarso interesse mostrato dalle aziende per i fondi per la cassa integrazione in deroga, nonostante fosse stato proprio Toti a chiederli esplicitamente al Parlamento. Sono state autorizzate solo otto istanze, per un totale di poco superiore ai 70.200 euro. Segno che le aziende hanno preferito puntare su altre forme dirette di indennizzo, come quelle che prendevano come parametro di riferimento il calo del fatturato subito dopo il 14 agosto 2018.