In 6 anni per il trattamento del piede diabetico, in Liguria, sono stati effettuati più di 1000 interventi all'ICLAS di Rapallo che diventa così un centro di eccellenza per questa patologia.
Entro il 2030, a livello mondiale, saranno più di 500 milioni i malati di diabete. In Liguria, secondo i dati del Servizio epidemiologico della Regione, nel 2015 erano 92 mila i malati di diabete. E la complicanza più temibile della malattia diabetica è quella comunemente definita piede diabetico. Il diabete, infatti, può causare la stenosi, ossia il restringimento o l'occlusione delle arterie degli arti inferiori riducendo in modo critico l'apporto di sangue e ossigeno alle estremità. Se non si dovesse intervenire la conseguenza è' il continuo peggioramento del quadro clinico che può arrivare fino all'amputazione, più o meno estesa, dell'arto malato.
Con l’aumento della sopravvivenza dei pazienti diabetici e l’incremento dell’età media della popolazione generale, il piede diabetico è divenuta la complicanza tardiva del diabete mellito a maggior rilevanza dal punto di vista sociale ed economico: richiede lunghi periodi di cure ambulatoriali, ripetuti ricoveri in ospedale e, non di rado, coincide con l’impossibilità a salvare l’arto.
Da oltre 10 anni ICLAS si occupa di rivascolarizzazione periferica percutanea e dal 2008 ha strutturato un percorso terapeutico specifico rivolto ai pazienti affetti da piede diabetico. "Negli ultimi 6 anni, ricorrendo all’angioplastica prossimale e/o distale in anestesia locale, sono state eseguite oltre 1.000 procedure di rivascolarizzazione d’arto che hanno avuto un esito positivo nel 92% dei casi" spiega il dottor Paolo Pantaleo, cardiologo specialista in Interventistica Cardiovascolare di ICLAS.
“I vasi trattati con questa metodica – commenta il dottor Paolo Pantaleo - comprendono sia l’arteria iliaca, poco sopra l’inguine, sia l’arteria poplitea, poco sopra l’articolazione del ginocchio. L’angioplastica, vale a dire la riperfusione sanguigna con catetere e palloncino, può essere integrata dall’applicazione di stent - piccole protesi in lega metallica - rilasciati nel punto in cui l’arteria si era ristretta onde evitare la recidiva del problema. La procedura, non chirurgica, è ben tollerata: si attua pungendo un’arteria a livello del bacino o, in alcuni casi, del polso o del gomito; da lì si arriva, grazie a dispositivi miniaturizzati, fino alla stenosi da curare. La vera sfida è però rappresentata dalle lesioni sotto il ginocchio, principali responsabili della patologia da piede diabetico, considerate a maggior complessità interventistica: se particolarmente estese - a tal punto da coinvolgere tutti e tre i vasi sanguigni della gamba -, richiedono tempi tecnici più lunghi e necessitano di approcci vascolari ed expertise dedicati”.
ICLAS è uno dei pochi Centri in Italia in cui l’arteriografia è effettuabile tramite una tecnica riservata a chi soffre di un’insufficienza renale piuttosto avanzata: invece d’iniettare il liquido di contrasto allo iodio (che si opacizza sotto i raggi x), si utilizza un gas, anidride carbonica. Una volta in circolo, l’anidride carbonica si lega al sangue ed è il ferro contenuto nei globuli rossi a comporre l’immagine digitale. L’anidride carbonica è poi espulsa dai polmoni attraverso la respirazione.
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Piede diabetico, all'Iclas di Rapallo oltre 1000 interventi in 6 anni
Centro di eccellenza per questa patologia
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