cronaca

In carcere l'archietto Salis e il funzionario Tomà
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C'è l'ombra della corruzione sui contestassimi lavori per il restyling di piazza Verdi, alla Spezia. Per una tangente da 40 mila euro i carabinieri di Spezia hanno eseguito due custodie cautelari in carcere a carico dell'architetto Lino Salis della ditta Nec e dell'ex funzionario del Comune della Spezia, Piero Tomà, che era addetto all'ufficio gare e in pensione da un anno. Sono accusati di corruzione aggravata e continuata per un appalto relativo al rifacimento della piazza.

I carabinieri, questa mattina, hanno raggiunto i due nelle loro abitazioni spezzine e hanno notificato gli ordini di custodia. Salis e Tomà sono ora detenuti nel carcere di Villa Andreini. E' il secondo caso di corruzione che vive la città a distanza di pochi settimane. Ad inizio di aprile c'erano stati 11 arresti per tangenti per appalti truccati nella Asl.

Il presunto rapporto corruttivo sarebbe stato documentato a partire dal novembre scorso, con episodi di passaggi di denaro tra Salis e Tomà. Le indagini erano partite nell'ambito di verifiche, condotte dai carabinieri forestali, su lavori di riqualificazione e consolidamento di aree verdi.

In base alle indagini dell'Arma, coordinate dalla Procura, Tomà avrebbe avuto un ruolo chiave all'interno della commissione per l'aggiudicazione dei lavori, correggendo le offerte arrivate per gli appalti. Secondo i carabinieri lo avrebbe fatto per agevolare la spezzina Nec (Nuova edilizia e cave) per avere in cambio somme di denaro.

I lavori per il rifacimento di piazza Verdi, che furono accompagnati da polemiche e querele anche tra l'ex sindaco Massimo Federici e Vittorio Sgarbi che contestava l'intervento, erano stati ripartiti in più frazioni ed aggiudicati nel 2013, con diverse procedure di gara, per un totale di circa 6 milioni, di cui 3 milioni e 200 mila euro aggiudicati alla Nec.

I militari sottolineano che gli ex amministratori comunali e gli attuali sono estranei alla vicenda. Sono in corso approfondimenti per verificare l'eventuale coinvolgimento di altre figure e capire se il presunto rapporto corruttivo possa essere avvenuto anche per altri appalti.

"Ho rischiato la galera per avere questi soldi! Che mi spettano!". A parlare è Piero Tomà l'ex funzionario del Comune della Spezia arrestato con l'accusa di corruzione aggravata in alcuni appalti per il rifacimento di piazza Verdi. La frase è contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare che contiene varie intercettazioni tra Tomà e l'architetto Salis della Nec. Le cimici erano sull'auto dell'architetto, che sarebbe stato favorito per l'assegnazione dei lavori.

Le intercettazioni, anche telefoniche, secondo gli investigatori, sono eloquenti. Lo scambio di denaro avveniva per somme da circa mille euro per volta, in auto o sotto casa. I carabinieri capiscono di essere su un caso di possibile corruzione quando il 9 dicembre intercettano una conversazione tra i due. Tomà rimprovera Salis dei ritardi nei pagamenti "guadagnati" rischiando il carcere. Pochi giorni dopo, è il 13 dicembre, in un parcheggio vengono consegnati mille euro ma Tomà sbotta: "Mi mancano ancora 31 mila euro! E da quanto è che mi mancano, Salis?".

Salis replica: "Quello che siamo d'accordo ti stiamo dando e ti abbiamo dato. Però ti abbiamo dato delle grosse cifre, no?". Ancora Tomà: "Vi siete presi anche grossi appalti! E' stato un dare e avere! Io rischio la galera!". Dalle perquisizioni dei Carabinieri è emerso anche un assegno di garanzia, da 16 mila euro, che sarebbe stato fatto in attesa che il 'debito' fosse ripianato. Le indagini hanno preso corpo lo scorso autunno quando i Carabinieri Forestali insieme ai Carabinieri stavano lavorando su presunti illeciti in opere di riqualificazione ambientale nel comune di Follo.

Da lì erano partiti intercettazioni e pedinamenti che avevano portato alla pista su piazza Verdi. Secondo gli inquirenti Salis aveva un ruolo di dominus all'interno della Nec, di cui è direttore tecnico, e dalle intercettazioni sono stati accertati almeno 4 casi di passaggio di denaro. I militari nei mesi scorsi avevano controllato la documentazione sulle gare per piazza Verdi, accertando che l'aggiudicataria degli appalti principali (3 milioni e 200 mila euro su 6 milioni) era proprio la ditta Nec e che Tomà aveva custodito le buste. La notizia del blitz dei Carabinieri a Palazzo Civico aveva preoccupato Tomà, in pensione da un anno, tanto che in una intercettazione telefonica chiede al figlio se i carabinieri hanno la possibilità di recuperare dal pc documenti eliminati.