"Non posso che spezzare una lancia a favore del Vaticano, questo è un grande passo per la Chiesa. Ora tocca allo Stato italiano fare la sua parte". Lo ha detto Francesco Zanardi, una delle vittime, portavoce della Rete L'Abuso, commentando la decisione di Papa Francesco con il suo 'Rescriptum ex audientia' di abolire il segreto pontificio sui casi di abusi sessuali commessi da chierici sui minori.
"Una notizia positiva. Questa norma eviterà, come ad esempio successo nel caso di don Mauro Inzoli, che una richiesta di documentazione di una Procura venga rigettata dal Vaticano. E' una norma importante perche' se davvero verra' garantito l'accesso agli atti per la magistratura italiana sara' piu' facile per le vittime ottenere giustizia". La questione però, avverte Zanardi, non si chiude qui.
"Manca sempre l'aspetto più critico, ossia l'obbligo della denuncia da parte delle autorità ecclesiastiche. Il processo canonico riguarda la questione morale, l'offesa arrecata a Dio per violazione del sesto Comandamento, ma non quella penale, la parte relativa al reato vero e proprio nei confronti di una vittima. Tuttavia non incolpo Papa Francesco o il Vaticano: le conferenze episcopali francese o svizzera, ad esempio, rispettano l'obbligo di denuncia. La responsabilità è dello Stato italiano. Il Vaticano ha fatto un grande passo avanti, ora vorremmo vedere lo Stato fare lo stesso. E questa mia raccomandazione è stata già accolta nei mesi scorsi dall'Onu e girata al Governo italiano", ha concluso Zanardi.
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Pedofilia, una vittima elogia Papa Francesco: "Un gran passo per la Chiesa"
Parla Francesco Zanardi: "Ora tocca allo Stato"
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