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Dopo l'assemblea, la guerra a colpi di comunicati tra le correnti
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Ci sono volute quasi otto ore di discussione in assemblea per arrivare a una decisione che, forse, era già scritta. Il partito democratico si avvia al congresso, da celebrarsi entro luglio, ma al timone resta il segretario regionale Simone Farello.

L’ordine del giorno presentato dal gruppo di amministratori, capitanato dal consigliere regionale Armando Sanna, che aveva chiesto le dimissioni subito dell’attuale segreteria è stato ritirato. Ma il fatto che abbia messo sul piatto un documento sottoscritto da un terzo dell’assemblea, fa capire quanto fosse il malcontento per la gestione del partito che ha portato alla pesante sconfitta delle regionali e alla mancata analisi del risultato.

Ciò che ha frenato questa operazione finalizzata al rinnovamento subito, sembra essere stato un accordo tra le due correnti apparentemente più lontane: gli orlandiani da una parte, gli ex renziani di base riformista dall’altra.

E infatti lo stesso Ministro Orlando, presente all’assemblea regionale, e i suoi fedelissimi (tra cui il capogruppo in Comune a Genova Terrile, i consiglieri regionali Natale e Garibaldi) hanno di fatto sposato la linea del consigliere regionale Pippo Rossetti. E viceversa. Ne è uscito un ordine del giorno che porterà alla convocazione di una nuova assemblea, nel giro di pochi giorni, per stabilire date e regole del congresso da celebrarsi entro l’estate, con Farello e gli attuali vertici ancora in carica. E il percorso dovrebbe portare all’elezione del segretario regionale, ma anche di quelli provinciali (certamente Genova, La Spezia e Imperia).

Tra chi aveva chiesto di accelerare il processo di rinnovamento, Sanna e i suoi da una parte, ma anche il gruppo di area dem, guidato dal segretario genovese Alberto Pandolfo, c’è la soddisfazione per aver dato uno scossone al partito e messo in luce la necessità di arrivare presto ai nuovi vertici del pd ligure, ma anche il timore che l’operazione possa essere rallentata e la delusione perchè - lo scrivono in un comunicato gli stessi amministratori che hanno spinto per il cambio al vertice - “Squadra che perde non si cambia”.

C’è infatti un percorso ad ostacoli che dovrebbe portare al congresso a cominciare dal nodo delle regole, con l’ipotesi primarie per scegliere i segretari che sulla carta è ancora in campo, ma, in tempo di pandemia, potrebbe diventare uno strumento per chi dietro le quinte, pensa ancora di poter allungare i tempi della classe dirigente uscente.



Questo il comunicato sottoscritto dagli amministratori che avevano presentato la richiesta di sfiducia a Farello.
“Squadra che perde non si cambia. La Liguria ancora una volta rimane indietro. Dopo anni di ripetute sconfitte - quella di pochi mesi fa la peggiore nella storia del centrosinistra ligure - la classe dirigente responsabile di tutto ciò ha deciso ancora una volta di non saper ascoltare e di coprirsi a vicenda per non lasciare i propri incarichi.

Assistiamo purtroppo a persone che interpretano la politica come una carriera personale fine a sé stessa e non come un servizio rivolto alla comunità. Cosa unisce i pasdaran renziani di base riformista con i capetti orlandiani di partito se non l’attaccamento al potere?

Eppure gli elettori del PD hanno dimostrato a più riprese che si sentono rappresentati da chi è sul territorio, nei luoghi veri che le persone frequentano, non dai professionisti dei caminetti della politica Nonostante la nostra scelta di ritirare la mozione di sfiducia, grazie al ruolo di mediazione di AreaDem per convergere su una proposta unitaria, la maggioranza dell’assemblea di ieri sera ha preferito spaccare il partito per difendere lo stutus quo frutto di numeri ed equilibri vecchi di 7 anni che da tempo non trovano più riscontro nell’elettorato.

Questa occasione però è stata importante perché si è creato un gruppo che va al di là delle correnti e lavora insieme per un altro PD. Non siamo frondisti, siamo la maggioranza del partito a Genova e Savona (persino in quella vecchia assemblea rappresentiamo più di un terzo dei rappresentanti a livello ligure). Un gruppo di amministratori e segretari di circolo che ha chiesto per primo di convocare gli organi e il congresso per procedere con una nuova fase. Senza di noi nulla si sarebbe mosso.

Al Congresso presenteremo una nostra / un nostro candidato che proporrà un’idea alternativa di partito e di politica rispetto a quella rappresentata fino ad oggi da Farello e da chi lo ha sostenuto fino all’ultimo minuto”


Questa invece la nota diffusa dal gruppo di Area Dem

Area Dem nella lunga riunione di ieri sera, ha provato a trovare una mediazione per evitare liti e rese dei conti all’interno del Pd Ligure. Abbiamo portato avanti, con generosità, una proposta “terza”.

Ci abbiamo provato, perché crediamo che il nostro Partito in Liguria abbia bisogno di rinnovarsi, senza umiliazioni e senza scontri laceranti. Ci abbiamo provato perché è il nostro modo di intendere la politica e il nostro ruolo nella società, in particolare in questa drammatica fase di crisi sanitaria, economica e sociale.

La nostra era quindi una proposta autonoma, che puntava alla composizione delle diverse opinioni e sensibilità, che portasse al rilancio del nostro Partito, in modo da ripartire con idee e proposte forti sul tema del lavoro e della giustizia sociale, del piano vaccinale e della gestione pandemica, delle infrastrutture e della sostenibilità ambientale del nostro territorio.

Con la proposta di Odg presentata da Arboscello e Guerello, che negli interventi aveva ricevuto consenso trasversale dei delegati, si poteva trovare la composizione politica e iniziare a parlare di temi. Andare a congresso a giugno, mantenere il segretario regionale per gestire questa ultima fase di transizione ma istituire anche un comitato politico rappresentativo di tutte le diverse sensibilità e idee. Abbiamo apprezzato il senso di responsabilità del gruppo che fa riferimento ad Armando Sanna, che ha deciso di fare un passo indietro per cercare di fare due avanti, ma resta l’amarezza per la gestione e la conclusione del nostro momento assembleare.

Attraverso la controproposta dell’Odg sostenuto dall’Area Orlando e da Base riformista infatti, si è andati verso un altro percorso: distante dalla mediazione e che di fatto lascia tutto com’è o come era già scritto dovesse andare.  


Qui il comunicato del gruppo di 'Base riformista'
Gli iscritti e gli amministratori che fanno riferimento a Base Riformista esprimono soddisfazione per l’esito dell’assemblea regionale di ieri che ha aperto le fasi congressuali nel pd ligure. Avevamo chiesto per primi il congresso già a settembre scorso, subito dopo il fallimento delle regionali.

Cogliamo positivamente che alcuni di quelli che avevano sostenuto la scelta di Sansa quale candidato della coalizione alle regionali ieri si siano espressi per la necessità di cambiare rotta e innovare il Pd. Abbiamo votato coerentemente l'avvio del congresso che non era per niente scontato, altri evidentemente preferivano altre soluzioni che avrebbero probabilmente portato ad un commissario e inevitabilmente rinviato tale appuntamento.

Da oggi noi ci misuriamo e ci confrontiamo con chi ha idee per far uscire il Pd dal suo isolamento, proposte per dare prospettive di lavoro e di sviluppo ai liguri, sapendo che il centro destra non ha ancora dato risposte credibili ad esempio sull'uso dei soldi dell'Europa.

Ma abbiamo bisogno anche di progetti per nuove politiche di coesione sociale e di servizi per i giovani e di contrasto delle pesanti diseguaglianze sociali aggravatesi con la pandemia. Il congresso darà voce agli iscritti sulle prospettive del Pd Ligure. L'innovazione si fa con le idee, le proposte e la credibilità delle persone e il Pd è pieno di persone valide che finalmente potranno essere valorizzate ed esprimere le loro energie. Noi proponiamo un congresso in cui al centro del dibattito ci siano i problemi dei liguri e non gli equilibri interni, così come ci impone il drammatico periodo che stiamo vivendo.  Chi vuole farlo con noi è il ben venuto.