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Il dato record di rinunce è ufficialmente per 'indisponibiltà'
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Urne orfane degli scrutatori, in fuga dal rischio del Covid. Monta la paura dei contagi nei seggi che ospiteranno le prossime elezioni del 20 e 21 settembre, le prime votazioni dall'inizio dell'emergenza coronavirus. A lanciare l'allarme sulle rinunce che stanno arrivando in queste ore a Comuni e Prefetture sono diversi territori da Nord a Sud, dove fioccano 'giustificazioni' e certificati medici. Il dato record di rinunce è ufficialmente per 'indisponibiltà', ma è chiaro che per i più incide la paura del contagio, visto il netto superamento della media fisiologica delle rinunce, che alle ultime elezioni regionali era del 40%.

Tra le città dove si segnala il maggior numero di defezioni c'è quella ligure di Imperia, dove sono 114 su 180 gli scrutatori che il Comune sta provvedendo a sostituire a causa delle rinunce arrivate in queste ore all'ufficio elettorale. La maggior parte di questi è già stata sostituita. Ma il governatore Toti assicura: "Il voto per le elezioni regionali in Liguria e il referendum sarà assolutamente in sicurezza perché i seggi già di per sé sono luoghi di distanza sociale: la segretezza del voto, l'ingresso ad uno ad uno nelle cabine elettorali, le sanificazioni sono assolutamente garanzia di sicurezza".

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Le prime elezioni in era Covid
rischiano di essere anche le prime nelle quali è altissima la probabilità che le persone più fragili disertino le urne. Un rischio, e un vulnus per la democrazia, contro il quale non sembra esser bastato il decreto che il governo ha approvato ad agosto definendo le regole per la tornata elettorale tra le quali l'istituzione di seggi nei reparti Covid degli ospedali e la possibilità del voto a domicilio: sono infatti meno di un migliaio le domande arrivate per esercitare il diritto di voto da casa. Ma i malati in isolamento domiciliare sono a oggi quasi 40mila, senza contare tutti coloro che sono in quarantena perche' contatti stretti di positivi.

Aldilà delle paure, da tempo sono state disposte nelle strutture che in generale ospiteranno il voto già tutte le misure con le relative precauzioni sulla sicurezza sanitaria. Il protocollo prevede accessi contingentati agli edifici dei seggi, percorsi distinti di entrata e di uscita, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori, definizione del numero e della disposizione delle cabine elettorali tenendo conto dello spazio disponibile e delle necessità di movimento.

Per accedere ai seggi elettorali sarà obbligatorio l'uso della mascherina da parte di chiunque. La misura del distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori sarà particolarmente rigida nel momento in cui bisognerà rimuovere la mascherina per il riconoscimento. Per questo è stato anche definito il numero e la disposizione delle cabine elettorali, tenendo conto dello spazio disponibile e delle necessità di movimento.

Intanto a Genova, sono state molte le risposte alla chiamata del Comune e in queste ore gli uffici elettorali stanno provvedendo a sostituire gli ultimi 200 scrutatori rinunciatari e a completare i collegi per le 653 sezioni sul territorio cittadino. Ieri l'ente aveva dovuto ricorrere a un appello sui social per trovare i sostituti di 855 scrutatori e presidenti di seggio, praticamente uno su tre. 600 persone erano gia' state reperite, le altre candidature sono state valutate questa mattina. Proprio con le mail arrivate e' stato possibile colmare le lacune. Il problema si e' creato perche' in molti fra coloro che erano stati nominati dal Comune nelle liste non si sono mai presentati a ritirare la nomina stessa. Molte rinunce sono legate alla paura del Covid e al fatto che, gli addetti ai seggi, ad esempio dovranno indossare la mascherina per diverse ore di seguito. Inoltre, nonostante il maggiore impegno richiesto per garantire un voto in sicurezza, non sono state previste maggiorazioni rispetto alla retribuzione (224 euro per i presidenti di seggio, 170 euro per scrutatori e segretari).