Politica

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Dunque la riforma elettorale l’hanno fatta gli elettori. In quarantott’ore hanno travolto la vecchia repubblica, hanno rivoltato i vecchi partiti come calzini usati e hanno dato il via al cambiamento. Toccherà a Berlusconi e a Veltroni andare avanti e realizzare quello che hanno annunciato con grande enfasi in questa stranissima e noiosissima campagna elettorale.

Rivoluzione anche in Liguria, dove la cosiddetta “estrema sinistra” o “sinistra radicale” scompare, trascinando in questa débacle anche Rifondazione comunista che aveva una roccaforte nella Liguria operaia e giovane.

Cominciamo dai vincitori. Claudio Scajola le ha azzeccate tutte imponendo ai vertici romani una lista molto locale, con parecchie facce nuove a cominciare da Enrico Musso e dallo stesso Sandro Biasotti. E Scajola si conferma unico leader nazionale di questa regione.

Genova si conferma città di sinistra, anzi qui il nuovo partito di Veltroni cresce in consensi. Chi si trova abbastanza solo è Claudio Burlando con una giunta dove la sinistra radicale fa da sostegno “pesante” e a livello nazionale non esiste più. Un’atmosfera kafkiana per il presidente della Regione che, sicuramente, dovrà sfoderare tutte le sue capacità di gestione politica per resistere fino alla fine del mandato.

Che cosa succederà a sinistra? Giacomo Conti l’aveva previsto e ha tentato fino all’ultimo, inascoltato da altri dirigenti locali assolutamente miopi, di lanciare un allarme, addirittura facendo uno sciopero della fame e tirandosi addosso l’ironia fuori luogo del suo segretario nazionale Franco Giordano. Complimenti ai grandi capi di Rifondazione, incapaci condottieri: ora dovranno per davvero rifondarsi senza l’arroganza dimostrata fino a oggi e cominciando proprio dalle realtà e dai bisogni locali.

Anche in Liguria, come sul piano nazionale, conteranno i fatti, le promesse da mantenere senza indugi, stratagemmi e giochetti che non pagano più. Collegamenti tra Liguria e pianura padana, treni efficienti, porto, bisogni della gente, attenzione alla sanità, fiducia nei giovani. Ci vuole questo e per farlo è utile un dialogo tra maggioranza e opposizione che vada oltre i larghi numeri della vittoria.

Burlando può contare su Scajola che è concreto. Ma Scajola dovrà pensare anche alla riconquista della Regione, se va bene nel 2010. Con Sandro Biasotti? Questo è tutto da vedere.