salute e medicina

La replica dopo l'intervista del vicepresidente dell'ospedale
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L'ex Procuratore regionale della Corte dei Conti Ermete Bogetti contesta aspramente le dichiarazioni del vicepresidente del Galliera Giuseppe Zampini  rilasciate a Primocanale giovedì (GUARDA QUI). Bogetti difende la sua correttezza e la mancanza di confilitto d'interessi. Di seguito pubblichiamo integralmente la sua replica. 


L’Ing. Zampini a seguito di una mia intervista rilasciata a “la Repubblica”, relativa ai costi del Nuovo Galliera, mi accusa di “deficienza tecnico conoscitiva” e di “conflitto di interessi” e/o “ideologico” (non capisco bene, ma sarà un mio limite).

Premetto che del Nuovo Galliera mi ero occupato nel 2015, quando ero Procuratore regionale della Corte dei conti per la Liguria, in sede di parificazione del rendiconto generale di Regione Liguria per l’anno 2014.

Già in allora, quando avevo a disposizione tutti gli atti, avevo rilevato come la decisione della realizzazione del Nuovo Galliera giungeva “al termine di una difficilmente spiegabile riprogrammazione della rete ospedaliera regionale e delle relative priorità (abbandono del progetto dell’ “Ospedale di Vallata”, definanziamento del subentrato progetto dell’ “Ospedale unico del Ponente genovese”), riprogrammazione che non pare esente da fortissime criticità, anche per gli ingenti costi già sostenuti e per le incerte prospettive sui futuri costi di realizzazione e di gestione del “Nuovo Galliera”, nonché sui futuri oneri finanziari diretti e indiretti”.

Analoghe osservazioni erano state svolte dal Collega, che mi era succeduto nella funzione in occasione della parificazione del rendiconto generale di Regone Liguria dell’anno successivo. In quella sede la Sezione di controllo della Corte dei conti aveva annunciato che “la corretta utilizzazione dei finanziamenti ministeriali finalizzati alla realizzazione del nuovo ospedale Galliera, nonché la sostenibilità finanziaria dell’intervento per il predetto Ente (a cui fanno carico oltre i due terzi del costo dell’opera, stimato in 152 milioni di euro, da reperire a mezzo di alienazioni immobiliari e contrazione di mutuo), saranno oggetto di successivo esame da parte della stessa Sezione nell’ambito delle funzioni di controllo sulla gestione finanziarie delle regioni e degli enti del SSR, attribuite dal legislatore”.

A quanto mi consta tale annunciato “successivo esame” della Sezione di controllo non è mai stato effettuato.
Dunque, già 6 anni orsono, quando non avevo “deficit conoscitivi e tecnici” avevo evidenziato le criticità dell’operazione ed altrettanto il mio Collega nel 2016.


Veniamo ai tre punti più rilevanti della mia deficienza tecnico conoscitiva e della mia manipolazione delle informazioni.

1) L’ing. Zampini afferma: i 41 milioni assegnati a questo ospedale dalla giunta Burlando non potevano essere assegnati alla Valpolcevera: questa è una di quelle informazioni non utilizzate propriamente.
Se avesse la pazienza di andare a vedere l’Accordo di programma fra Ministero della Salute e Regione Liguria del luglio 2011 alla pagina 154 troverebbe chiaramente scritto con riguardo alla copertura dei costi del Nuovo Galliera che, dei 160 milioni di euro previsti, 40.992.731,46 rappresentano “la quota del finanziamento statale programma ex art. 71 l. 448/’98 (destinato originariamente alla costruzione dell’ospedale della Valpolcevera e rifinalizzato con dGr n. 56 del 21.01.2011 alla costruzione del nuovo ospedale Galliera)”.

2) Secondo Zampini i costi del Nuovo Galliera sono “in linea” con i costi medi deinuovi ospedali. Cita i dati dell’Istituto Ires di Torino, secondo cui il costo medio di un nuovo ospedale a posto letto sarebbe di € 410.000/450.000. Poichè il Nuovo Galliera costerebbe a posto letto € 383.000 sarebbe al di sotto del costo medio.
Effettivamente non ho più a disposizione tutti gli atti, ma quelli ben noti sono sufficienti a dimostrare che i calcoli di Zampini non sono corretti.
Prendiamo per buoni i dati dell’Ires, così abbiamo una base comune.
L’Ing.Zampini, per dire che il costo per il Nuovo Galliera è di 383.000 euro a posto letto, si riferisce al costo del progetto del primo lotto: 154 milioni diviso per 404 letti. Questo, però, sarebbe il costo della sola “scatola ospedaliera”, che Ires valuta in €216.000/300.000 e, dunque, il costo del Galliera di €383.000 a posto letto sarebbe già ben oltre la media.

Ma questa “scatola ospedaliera” la vogliamo riempire di letti, arredi, attrezzature tecnologiche? Senza tutto ciò un ospedale non esiste. Vogliamo anche aggiungere magazzini, uffici, ecc? Come si può immaginare, manca una fetta estremamente rilevante di costo, tanto più per un ospedale “ad altissima specializzazione”.

Ma nel caso del Nuovo Galliera il calcolo va fatto ancora diversamente.
Se anche ammettiamo che il primo lotto possa venire a costare solo i previsti € 154 milioni (Zampini prevede dei ribassi in sede di gara, mentre io vedrei come molto probabili dei costi aggiuntivi per imprevisti in sede di scavo …), a questi costi dobbiamo aggiungere non solo i costi di progettazione preliminare già sostenuti, il “Baretto” acquistato a prezzo spropositato (per il quale vi è già un giudizio di responsabilità contabile incardinato presso la Corte dei conti), gli interessi sul mutuo, ma soprattutto dobbiamo aggiungere a tutti i costi per attrezzare con tecnologie e arredi il nuovo ospedale, anche i costi di messa in sicurezza sotto il profilo antisismico e antincendio dei padiglioni storici, la loro ristrutturazione per i diversi scopi di servizio all’ospedale, ai quali verranno destinati (magazzini, uffici, ecc.).
I costi per tecnologie e arredi di un ospedale di 404 posti letto possono stimarsi – secondo Ires – in circa € 41.000.000/53.000.000. Il che porta a €196/207 milioni il costo dell’ospedale e il costo a posto letto a circa € 485.000/512.000.

Il primo lotto (scatola ospedaliera) di € 154 milioni è già finanziato e la metà del finanziamento è rappresentato dal mutuo di € 75 milioni, che il Galliera ha contratto con la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa con la garanzia di Regione Liguria e che certamente sarà pagato non dal Galliera, ma da Regione, che ha già stanziato € 12 milioni per le prime rate.

Per il secondo lotto (padiglioni storici) è previsto un nuovo mutuo di € 17,2 milioni e altrettanti sarebbero già stati spesi entro il 2020.


Inoltre Regione ha chiesto una quota del Recovery Found per il Nuovo Galliera di €103 milioni
, che, evidentemente, non potrebbero che coprire le ulteriori spese di ristrutturazione integrale delle strutture storiche, perché il resto è già finanziato.

Se questi sono i numeri, anche considerando assorbiti nella somma richiesta del Recovery Found il previsto ulteriore mutuo di € 17 mil, la complessiva operazione posta in essere per realizzare un nuovo ospedale al di fuori dei padiglioni storici (e senza considerare quanto già speso fino ad ora) verrebbe a costare € 275 milioni, pari a € 680.000 a posto letto. Ben oltre il doppio del costo medio stimato per un nuovo ospedale.

Altri criteri di calcolo, probabilmente più realistici, condurrebbero a risultati ancora più sfavorevoli rispetto all’”economicità” dell’operazione (tre o quattro volte il costo medio di un nuovo ospedale).

Se la memoria non mi tradisce, un progetto di ristrutturazione dei padiglioni storici di alcuni anni fa commissionato per renderli rispondenti ai più moderni standard ospedalieri, prevedeva una spesa inferiore ad un quarto di quella oggi in programma.
La sproporzione attuale deriva essenzialmente da due aspetti del progetto: il costo dell’enorme scavo per interrare due piani del nuovo ospedale, che altrove non sarebbe necessario, e la ristrutturazione e messa in sicurezza del padiglione storico a bracci, che diviene una spesa aggiuntiva, ma direttamente conseguente alla scelta di non realizzare al suo interno il “nuovo” ospedale.


3) L’Ing. Zampini mi attribuisce un non ben precisato “conflitto d’interesse” o “ideologico”, forse per il fatto che come Presidente di Italia Nostra ed anche ora, come semplice socio, propugno la tutela dell’ambiente, rispetto al mio ruolo passato di magistrato della Corte dei conti. Al riguardo, se ho ben interpretato il suo pensiero, ricordo all’Ing. Zampini che l’ambiente è un bene comune, per il quale esiste addirittura un Ministero e una sconfinata normativa internazionale e nazionale di tutela. La stessa Corte dei conti ha dedicato splendide pagine di sentenze alla tutela di questo bene comune (patrimonio pubblico): ricordo per tutte le due sentenze sui fanghi rossi di Scarlino, nelle quali centrale è l’affermazione – in linea con la giurisprudenza costituzionale – dell’ambiente come valore primario (insieme ai connessi valori della salute e della qualità della vita), insuscettibile di essere pretermesso rispetto a qualsiasi altro valore, pur degno di tutela da parte dell’ordinamento.


*Ermete Bogetti Ex Procuratore regionale della Corte dei conti