cronaca

Bagnasco chiede al premier di rivedere le nuove misure restrittive
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Non si placano le polemiche attorno al nuovo provvedimento preso dal Governo per contenere la seconda ondata di Covid nel Paese.


"Una città come Rapallo, che ha poco meno di 30mila abitanti, non può essere paragonata a una metropoli come Roma o Milano. Così come il piccolo bar di frazione, dove già normalmente, dopo le 18, entrano poche persone e tendenzialmente sempre le stesse, non può essere accostato a un locale di tendenza sui Navigli o nel centro di una grande città, dove i locali, in pausa pranzo, sono frequentati da centinaia di persone. Orari di chiusura come quelli previsti dal Dpcm significano morte certa per piccole attività in paesi di periferia". E' il sindaco di Rapallo e vicesindaco della Metropolitana di Genova Carlo Bagnasco a lanciare l'appello. Il nuovo decreto stilato dal Governo ed entrato in vigore oggi lunedì 26 ottobre porta una serie di misure che lasciano dubbi e hanno fatto scattare le proteste di ristoratori e gestori di palestre solo per fare alcuni esempio. Ma anche da molte Regioni è arrivata una nota di disappunto.


Il problema come sottolinea il sindaco di Rapallo è proprio quello legato alla tipologie di locali che da ora in poi (almeno fino al 24 novembre) dovranno chiudere alle 18 nei gironi feriali, se parliamo di ristorazione, ma potranno restare aperti la domenica. "Allo stesso modo piccole palestre e centri sportivi di dimensioni e capienze contenute, che con dedizione hanno concretizzato misure e investimenti straordinari per rispettare i protocolli e le linee guida per far praticare attività motoria in sicurezza non sono assimilabili alle grandi strutture con numeri elevati di frequentatori di altre realtà cittadine e metropoli" spiega ancora Bagnasco. Insomma una valutazione che ha portato Roma a valutazioni omogenee. Ma i piccoli comuni non ci stanno.

"Chi conosce veramente il suo territorio di riferimento è l’ente locale - spiega il primo cittadino di Rapallo -. il sindaco di un paese o di una cittadina di medie dimensioni sa perfettamente quali siano le attività commerciali sul territorio del proprio Comune, chi rispetta le regole e chi non lo fa, quali sono i posti a rischio assembramento. Già da oggi saranno i sindaci che per strada, al telefono o sui social media, raccoglieranno le istanze dei propri concittadini e dovranno dare risposte immediate e concrete. Io sono pronto ad assumere le mie responsabilità, facendo in modo che le regole per il contenimento della diffusione del Coronavirus siano applicate in maniera puntuale, specifica, non generalizzata. Per farlo, però, abbiamo bisogno, quello sì, di aiuti concreti dagli enti sovraordinati: ad esempio, occorre incrementare il personale e quindi servono maggiori risorse economiche per effettuare concorsi e assunzioni e intensificare i controlli laddove necessario" conclude Bagnasco.