cronaca

Resta confermata la capienza all'80%, previsti maggiori controlli
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Si aspettavano decisioni nette per allegerire il trasporto pubblico locale. Alla fine il nuovo dpcm non prevede nulla di diretto per quanto riguarda bus, metropolitane e treni ma solo misure collaterali.

La prima è quello del maggior scaglionamento per quanto riguarda gli ingressi a scuola degli studenti delle scuole superiori. La seconda misura è quella di un aumento dell'incentivo e delle raccomandazioni di utilizzare, dove possibile, lo smart working fino al 75%. La capienza dei bus e dei treni locali resta fissata all’80 per cento dei posti. Ma viene favorito l'utilizzo dei bus turistici per potenziare il servizio. Tuttavia alcuni governatori, Toti compreso, sottolineano la difficoltà per quei mezzi di essere utilizzati nel traffico cittadino, il cui utilizzo  è invece adatto per un servizio di trasporto extraurbano.

Non c'è dunque una riduzione della quota di riempimento dei mezzi, ma l'adozione di misure un maggior controllo sulle banchine delle metropolitane per agevolare i flussi di salita e discesa.  La battaglia sul trasporto pubblico locale è stata durissima e ha vinto scontrarsi per giorni i presidenti delle Regioni con il ministra Paola De Micheli e con la responsabile dell’Istruzione, Lucia Azzolina (M5S). Alla fine nel Dpcm nulla cambia rispetto al precedente provvedimento, firmato da Conte il 13 ottobre.


Il ministro ai Trasporti De Micheli spiega che "tutti gli studi internazionali sostengono che il contributo all'epidemia è bassissimo, ed e' pari all'1.2%. Se parliamo di trasporto pubblico locale, dove si resta poco tempo, il rischio si abbassa ulteriormente".