cronaca

Un miglianaio di persone, a maggioranza senza mascheri
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Sale la protesta dei no green pass. A giudicare dai numeri i cittadini che ogni sabato scendono in piazza per protestare contro l'imposizione della carta verde anti covid sono sempre di più.

Oggi, sabato 26 settembre, a marciare nelle vie del centro di Genova, quasi tutti senza mascherina, almeno un migliaio di persone giunte da ogni parte della provincia, giovani e meno giovani, studenti e lavoratori, pensionati.

Ad infoltire le fila della protesta contribuisce il popolo dei tamponi: decine e decine di operatori della sanità, ma anche docenti e altri dipendenti delle scuole, i primi ad essere obbligati a esibire il green pass per non essere sospesi dal posto di lavoro.

Per questo con l'imminente obbligo del green pass per tutti i lavoratori non è difficile prevedere che la marcia anti vaccini nelle prossime settimane possa infoltirsi sempre di più. Più persone in piazza significa anche più rischio di tensioni: la polizia per questo segue con attenzione l'evolversi e le dinamiche sui social del popolo anti green pass. Per ora non ci sono segnali preoccupanti: ogni manifestazione viene richiesta e gli organizzatori rispettano alla lettere le direttive imposte dalla questura, a differenza di quanto accadeva nelle prime marce no vax, che infatti avevano ingenerato incidenti e tensioni.

"Libertà", cori contro Bassetti e Burioni, il sempre verde "giornalisti terroristi": molti gli slogan urlati che hanno ritmato la lenta marcia dei no green pass nelle vie del centro scortati in modo discreto dagli investigatori della Digos.

Dello stesso tenore gli striscioni: a favore delle cure domiciliari,
"Tachipirina e vigile attesa", cure in casa che è stato anche il grande tema che ha allungato la manifestazione sino a tarda serata con un dibattito in piazza Matteotti a cui hanno preso parte anche molti sanitari.

Molti manifestanti hanno tenuto a precisare di non negare il covid, ma di essere in piazza contro contro l'imposizione del vaccino, a loro dire, sperimentale e per questo considerato una incognita. Fra i ribelli anche cittadini vaccinati, per non perdere il posto di lavoro, ma in prima linea per dire no alle imposizioni.

Il corteo ha fatto un girotondo da De Ferrari a via XXV aprile a largo Zecca per arrivare in via Gramsci e ritornare a De Ferrari attraverso via San Lorenzo.
Pochissimi i manifestanti con la mascherina. Fra striscioni di universitari e Libera Piazza Genova molte le bandiere tricolori.


Singolare la reazione di una manifestante non giovanissima che mentre il corteo fermo davanti alla cattedrale di San Lorenzo urla "giornalisti terroristi", quando di accorge che si trova davanti a un cronista di Primocanale, quasi si calma e implora aiuto: "Non lasciateci soli, non siamo untori, non siamo folli, diciamo solo no al pensiero unico che vorrebbe imporre il vaccino a tutti".