cronaca

I genitori a fatica hanno ottenuto un incontro coi magistrati
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Da un anno i genitori di Benedetta Podestà, la studentessa genovese di 18 anni trovata morta nel suo appartamento a Londra, aspettano gli esiti dell'autopsia e delle indagini. E grazie alla loro tenacia e pressioni nei giorni scorsi hanno ottenuto un incontro con Nadia Persaud, senior coroner per la Eastern Area of Greater London. Alla riunione ha partecipato anche il console italiano Giulia Romani.

Il magistrato si è scusato per i ritardi delle indagini causati dal mancato invio da parte dei medici legali dei rapporti patologici relativi alle autopsie di loro giurisdizione. Oltre ai familiari di Benedetta, altre trenta famiglie di varie origini sono nelle stesse condizioni e aspettano (alcune anche dal 2016) di sapere cosa è successo ai loro parenti.

Il magistrato, secondo quanto riferito dai familiari, ha spiegato che i medici legali sono liberi professionisti incaricati dalle autorità locali e quindi non dipendono dall'ufficio del Coroner. Tale sistema, ha sottolineato la Persaud, non funziona e avrebbe comportato notevoli ritardi nelle indagini: circostanza che i vari uffici dei Coroner stanno denunciando da tempo.

A questo si sarebbe aggiunta, recentemente, una carenza di patologi. La maggior parte dei ritardi sono stati causati dalla dottoressa Barbara Borek che, a causa di un periodo di malattia, ha ulteriormente rinviato la consegna dei referti. Il console ha promesso alle famiglie che invierà con cadenza ravvicinata un sollecito agli uffici giudiziari. Intanto, nelle prossime settimane i parenti inizieranno a ricevere una lettera con un parziale aggiornamento sul proprio caso.