cronaca

Nei primi 5 mesi del 2016 transitate 3.600 persone nella città di confine
1 minuto e 57 secondi di lettura
Giovani tra i 19 e i 24 anni, maschi e provenienti dal Sudan. È questo l'identikit della maggior parte dei migranti che negli ultimi mesi è transitata da Ventimiglia. In totale - ha reso noto la Caritas intemelia- sono stati 3.600 gli stranieri che sono passati sul territorio della città di confine dall'inizio dell'anno alla metà del mese di maggio. Circa 600 i minori - alcuni anche molto piccoli d'età - mentre sono pochissime le donne.

Numeri che danno il senso di un'emergenza che non intende arrestarsi. A pranzo la Caritas ha distribuito 300 pasti e il numero di migranti ospitati all'interno del salone delle opere parrocchiali della Chiesa di Sant’Antonio è raddoppiato in pochissimo tempo. Nel giro di qualche ora, infatti, i 120 stranieri presi in carico dalla Caritas nel pomeriggio di ieri sono diventati circa 240.

Una situazione insostenibile, anche perché gli spazi non sono grandi a sufficienza per ospitare così tante persone. Non a caso, già a scorsa notte molti migranti sono stati costretti a dormire all'addiaccio nel campetto adiacente la parrocchia. "È una situazione grave perché stiamo parlando di spazi in cui potrebbero stare comodamente 40-50 persone e in questo momento ne abbiamo 200. Si capisce subito che c'è un sovraffollamento", spiega a Primocanale Don Rito Alvarez, parroco della Chiesa di Sant'Antonio.

"La situazione - sottolinea - è grave non solo per la mia parrocchia ma per tutta la città. Mi rendo conto che se queste persone le lasciamo libere di girare per la città da qualche parte dovranno pure accamparsi e diventa una situazione pesante per tutti", afferma il parroco, che non ha dubbi su come definire questa situazione: "È un'emergenza umanitaria".

In queste ore si sta cercando una soluzione che possa garantire un'alternativa dignitosa per l'accoglienza di queste persone. Al vaglio della Caritas ci sono diverse ipotesi, anche se tutto è diventato molto più complicato dopo la bocciatura - arrivata nel corso del vertice tra Prefettura e sindaci - di una tendopoli nel seminario diocesano di Bordighera. E la strada potrebbe diventare ancora più in salita visto che il sindaco di Bordighera Giacomo Pallanca ha dichiarato di essere pronto a richiedere il certificato medico a tutti gli stranieri presenti sul territorio. Un segno chiaro di chiusura, che complica non poco lo scenario.