cronaca

"Avevo ragione io: rispettando le regole siamo cresciuti"
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Otto anni: tanto è durata l'era Merlo a Genova. Il presidente dell'Autorità Portuale è ormai ai saluti, dopo le dimissioni anticipate da tempo. Intervistato a Primocanale dal direttore Giuseppe Sciortino, parla senza rimorsi: “Sono stati anni intensi e particolari, ma ho sempre detto quello che pensavo, sono contento così”. E non nasconde un possibile futuro alla corte di Renzi.


Quali sono le emozioni di chi ha guidato una macchina così complessa?
Sono emozioni contrastanti. Da un lato finisce un ciclo e sono contento di costruire un nuovo percorso. Dall'altra ho tanti ricordi: belli, brutti, difficili. Durante il mio mandato sono successe cose che normalmente succedono in decenni. Siamo partit in salita: le vicende giudiziarie, la crisi delVte, torre piloti, la Concordia. Tutti fatti complessi che saranno ricordati per molto tempo.

Ma ci sono anche numeri che oggi confermano la vocazione di un porto in crescita.
Sì, i traffici sono saliti. Se pensiamo che sono arrivato ndel 2008, appena era iniziata la grande crisi mondiale mondiale, da 1,5 milioni di teu siamo arrivati a 2,2 teu. Una crescita tra le maggiori in assoluto a livello europeo, e non solo. E questo sia grazie agli interventi eseguiti per ospitare le grandi navi sia grazie agli imprenditori. E ad una comunità che finalmente ha smesso di litigare.

Litigiosità che però si è fatta sentire nella recente polemica con La Spezia per le concessioni. Lei, che è spezzino, ne è stato particolarmente colpito?
No. La Spezia è la mia città di nascita e le sono affezionato. Ma io ho posto il tema generale delle regole. Gli operatori devono poter concorrere in condizioni paritarie. Se gli enti di controllo vigilano da una parte di più e dall'altra un po' meno, si rischia una concorrenza non corretta. Ho evidenziato questo aspetto non per penalizzare La Spezia, ma perché Genova, semmai, avesse le stesse condizioni. Anche perché i tre porti liguri devono sfidare insieme i grandi operatori internazionali.

E così veniamo al primo tema della riforma: quello delle autorità portuali. Il ministro Delrio ha annunciato un taglio, mentre la Serracchiani a Savona ha detto che non ci sarà una fusione, ma soltanto una sinergia. Secondo lei è bene avere tre porti sotto un'unica bandiera?
Colgo l'occasione per chiarire. Ho sentito e visto queste dichiarazioni. Non ritengo ci sia una contraddizione. L'potesi del governo è creare sistemi unici con più autorità portuali: Genova con Savona e La Spezia con Carrara, ma comunque mantenendo l'autonomia decisionale. Cosa sarebbe giusto unire? Ad esempio il Piano Regolatore Portuale, pur con risorse separate. Ad esempio: attività sacrificate negli spazi di Genova potrebbero andare a Savona, e questo anche a livello nazionale complessivo. Mi pare un obiettivo corretto.

Ma fusione significa tragliare il numero di autorità portuali? Genova e Savona avranno un unico presidente?
Sì, di sistema. Ma due presidenti locali. Oggi abbiamo quattro figure in totale: due presidenti e due segretari generali. Dopo la riforma saranno tre. Non ci sarà il comitato portuale, ma un organo con un rappresentante del Comune di Genova, uno del Comune di Savona e uno della Regione. E poi organi di consulenza per la pianificazione. È la parte che mi piace di più.

Gusto abolire il comitato portuale?
Sì, oggi va superata l'economia concertativa tipica degli anni '70. Il ruolo pubblico va tenuto ben distinto dagli interessi privati. L'autorità portuale fino ad oggi ha avuto un doppio ruolo di arbitro e allenatore. Immaginatevi un campionato dove l'allenatore e l'arbitro sono la stessa persona, un equilibrio molto particolare. Un ruolo con queste contraddizioni è sempre molto difficile da coprire.

Si è parlato di concessioni da rinnovare proprio a ridosso della riforma: lei come le ha gestite?
Sono arrivate alcune istanze, tutte in mesi estivi. È stato problematico non solo per riforma. Anzi, sono sempre stato convinto del fatto che legge attuale, quella del 1994, era inapplicata, perché prevedeva un regolamento minsteriale sulle concessioni, mai emanato. Questo ha fatto sì che ogni realtà si autoregolasse. Nel nostro caso molte concessioni scadono nel 2020. Allora ho posto il tema al governo. E Delrio ha colto l'occasione per dire che avrebbe attivato la procedura per emanare l'atteso regolamento.

Esiste il rischio che l'Unione Europea avvii una procedura di infrazione? Savona ha assegnato concessioni secondo parere pro veritate, violando alcuni suoi punti.
Non so, sono valutazione carattere tecnico. A Genova abbiamo attivato procedure regolari con tutta la pubblcità dovuta. Nel frattempo c'è un regolamento che il ministero ha già licenziato e attende il parere dell'Ue. Quelle saranno le indicazioni per il futuro. Per le concessioni già prorogate non sta a me decidere.

Con Spinelli è stato sempre in sintonia, ultimamente ha avuto qualcosa da ridire. Forse lui si aspettava una concessione di 60 anni?
Con lui ci sono stati momenti di elogi e di critica. Gli operatori rappresentano interessi legittimi particolari, ma l'autorità portuale è pubblica. Lui si lamentava del fatto che in altri porti hanno fatto in un altro modo. Io ritengo di aver fatto molto bene a coinvolgere il Governo, anche per non esporre gli operatori stessi a problemi in futuro. Forse si aspettava una procedura più semplificata. Io ritengo che sia giusto fare così, la massima trasparenza ci ha sempre consentito di crescere.

Aeroporto: che fine farà e perché non è stato ancora privatizzato?
Che fine farà non lo so. Il Colombo e l'Hennebique sono gli obiettivi che non sono riuscito a portare a termine. Non privatizzarlo sarebbe un gravissimo errore: gli enti pubblici non sarebbero in grado di gestire i rapporti internazionali essendo ostaggi di Alitalia. L'aeroporto richiede una spinta. Non si vuole andare avanti per timore di perdere privilegi e posizioni consolidate. Senza privatizzazione, precipiterà la qualità dell'aeroporto e dei voli, c'è bisogno di risorse e investimenti.

C'è il rischio che il Blue Print finisca come l'Affresco di Renzo Piano?
No, l'Affresco aveva caratteristiche ben diverse. Negli ultimi otto anni di gestione abbiamo fatto opere per 522 milioni, ci sta anche il Blue Print. Dipende poi se ci sarà la volontà reale del Comune e della Regione per andare avanti. Il piano è straordinario per città, migliorerà l'impatto ambientale. È tutto progettato per migliorare. Inspiegabile l'opposizione circoli, che troveranno spazi migliore. Chiedono altre rassicurazioni? Io sono disponibile a sottoscrivere. Avrei voluto firmare un accordo di programma. Ero in grado di farlo in una settimana.

Dopo di lei ci sarà un commissario che traghetterà il porto. Cosa dovrà fare?
Potrà solo occuparsi dell'ordinaria amministrazione. Per gli aspetti straordinari valuterà lui con il ministro.

C'è qualcosa che non ha mai detto e che ora vorrebbe dire?
No, sono tranquillo, ho sempre detto quello che pensavo. In questi giorni ho dato qualche giudizio un po' critico sul porto. Non mi sono mai trattenuto, sono contento così. Ringrazio Genova, che si è fidata di me. Ho ricevuto tanto calore dalla città in momenti più difficili. La comunità portuale e cittadina mi è stata accanto

Vedremo Luigi Merlo viceministro di Delrio?
Non mi occupo di fantapolitica. Nei prossimi giorni mi riposerò, valuterò le opportunità che mi verranno offerte. Se c'è la possibilità di collaborare con questo governo, non nascondo che lo farei volentieri. Quando avrò novità ve le farò sapere.