cronaca

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La mia, ça va sans dire, è solo una domanda provocatoria, perché mi pare che il Nostro usi lo stesso suo metro di comportamento nei due delicati incarichi, basato essenzialmente sulla pragmaticità. E dopo esperienze di sindaci molto politici e poco o niente pragmatici (per risalire a un pragmatico corretto con la politica bisogna andare indietro fino a Beppe Pericu) questo sembra piacere ai cittadini di Genova , ma e è quello che più conta, sembra dare risultati.

L’ultima scelta di Bucci commissario, poi, ha dimostrato quanto gli interessi essere affiancato e consigliato da persone di notevole solidità professionale. E’il caso del consulente esterno all’anti-corruzione. Indicando l’ex procuratore di Genova, Michele Di Lecce, Bucci ha puntato su un magistrato molto schivo e altrettanto risoluto, cui si devono alcune delle più importanti e scottanti inchieste sulla pubblica amministrazione e la politica. Non ha badato ad altro ( e ha fatto benissimo) per mettere a fare il guardiano della legalità un grande esperto laddove si potrebbero correre forti rischi. Di Lecce ha subito indicato nel sistema dei sub-appalti i lati di tenere sotto tiro.

Bucci bino, ma non trino. E aveva ragione a respingere con cortesia e ironiale mie insistenze di giornalista a ricoprire anche un ruolo politico, quello che oggi svolgono molti sindaci. Dopo aver ascoltato i progetti politici ellenistico-partenopei del suo collega napoletano De Magistris che pensa a movimenti con Varoufakis, evviva il nostro Bino. Non so se un giorno anche il sindaco di Genova nonché super commissario si lascerà tentare dai richiami romani. Spero proprio di no, che non ci caschi e lasci al suo collega governatore Giovanni Toti , bravissimo a muoversi tra politica e comunicazione (almeno fino a qualche settimana fa) questo compito.

Toti da un po’ di tempo è più silente. Fa bene. Il teatrino romano-milanese-padano è in fibrillazione e è meglio starci alla larga. Che fibrilli tra i risvegli dell’ex Cavaliere e i trionfi verbali di Salvini.

Dopo Natale anche il presidente della Liguria dovrà decidere se tornare a essere trino. Questa volta non sarà né una scelta facile, né una scelta rinviabile.