cronaca

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Non sopporto Macron. Ancora meno la moglie. E penso a come piacerebbero a molti snob genovesi.

Abili nella comunicazione, stanno cercando di sfruttare questa piccola disgrazia. Mi pare evidente come vogliano speculare sul rogo di Notre Dame utilizzando a fini elettorali quello che è successo, al fine di recuperare qualche punto percentuale in vista delle europee.

Ma di cosa stiamo parlando? Non è stato un attentato. È un incendio che non ha provocato vittime, ed è stato causato dall’uomo per incuria nei lavori in corso.

E dovremmo emozionarci e dare spazio nella nostra mente a questo incidente con quello che abbiamo passato e passiamo noi genovesi e liguri dopo una vera tragedia come quella di ponte Morandi?

Con le vittime, i continui disagi, i dubbi su quanto avverrà, i tempi della ricostruzione, il traffico infinito, dovremmo pensare a Notre Dame?

Ma rendiamoci conto di questa presa in giro. Giusto avere rispetto dei fedeli perché è bruciata una chiesa, ma in fondo è quello che accade in altre parti del mondo per diversi tipi di edifici, senza alcun clamore.

Non ci sono vittime, non ci sono rischi di attentati. Questo incidente non provoca profonde ferite e i miei pensieri vanno da altre parti: alle sofferenze vere delle persone, ai problemi sociali, occupazionali, questioni di ben altra entità.

Mi preoccupa invece che di Genova, con il passare dei mesi, non parla più nessuno e mi preoccupa ancor di più vedere come abili politici e comunicatori riescano a creare emozioni nella gente di tutto il mondo su un evento fatto passare per catastrofico e che invece non ha prodotto altro che qualche danno economico, forse neppure strutturale.

Pensiamo a noi. E impariamo a piangere dai cugini francesi.