cronaca

Il professore non crede alla rivoluzione interna dei Pentastellati
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 "Di Battista e Paragone? Vogliono fare soltanto qualche spettacolino...". Il professore Paolo Becchi non crede nella rivoluzione interna al Movimento 5 Stelle in tensione per i venti di ribellione contro la svolta giallorossa del suo establishment dopo le parole di fuoco di Alessandro Di Battista e l'espulsione di Gianluigi Paragone. "Viaggiano nel nulla. Gianluigi Paragone ha avuto una grande opportunità, così come Alessandro Di Battista, ma non mi pare la vogliano sfruttare", commenta il docente genovese di Filosofia con un passato vicino ai Cinquestelle.


Becchi entra anche sul tema legato alla possibilità che Di Battista in un futuro neanche troppo lontano possa raccogliere il testimone da Di Maio: "È stata la costruzione artificiale di Gianroberto Casaleggio. Non è di destra né di sinistra, come Gianroberto. Ma non è lui il leader del M5s 2.0. Ci sono due Movimenti: quello del 2017 creato da un colpo di mano di Luigi Di Maio e quello del 2009, per cui c’è un dibattimento in corso al tribunale di Genova. Paragone avrebbe potuto, insieme a Di Battista, riprendere le fila del Movimento del 2009 e creare un M5s 2.0, promuovendo di fatto un ritorno alle origini. Invece non hanno voluto, faranno qualcosa di culturale, qualche spettacolino. Non si vogliono opporre a Grillo".


Il docente universitario continua ad analizzare la situazione in casa Pentastellata: "È difficile mettere insieme Fioramonti con Paragone. Le espulsioni non sono finite, ma non c’è nessuno che guidi quanti sono stati buttati fuori dal Movimento. Quella dei 5s prima maniera è una crisi irreversibile. Il futuro del M5s è senz’altro quello nato nel 2017, dalla svolta impressa da Di Maio. Il M5s 2009 è dormiente. Ci sarà questo congresso a marzo, che porterà probabilmente al formarsi di un partitino di sinistra in appoggio al Pd. Il M5S è alla frutta, forse avrà il 10%" conclude lapidario Becchi.