Politica

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Ho scritto, dieci giorni fa, che sul problema del nuovo stadio da costruire (o vecchio da ristrutturare) la scelta del presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone di individuare l’area nel Ponente (quella che aveva indicato Renzo Piano nel suo maxi-disegno) poteva essere un’ipotesi corretta. Poi l’Enac ha detto di no e il sindaco, a sorpresa, ha ribattuto che il Comune l’area adatta l’aveva trovata. Ammetto che, fino a ieri, pensavo che fosse una specie di bluff. Devo dire, invece, che le immagini dell’area ex Colisa di Campi mi sembrano dimostrare che, effettivamente, lo spazio per un nuovo stadio ci sia.

Resta da verificare quali potrebbero essere gli accessi, i collegamenti con l’autostrada, onde evitare un appesantimento delle strade in sponda destra e sinistra del Polcevera. Ma al di là della bontà della scelta bisogna riconoscere, con onestà, che Marta Vincenzi, ha scelto. Non ha tentennato, in un tempo strettissimo ha messo i suoi uffici al lavoro giungendo all’individuazione di un sito che, almeno dal presidente della Sampdoria, è stato accettato. Diversa l’opinione dei dirigenti del Genoa che preferirebbero che gli investimenti fossero concentrati sul vecchio e glorioso Ferraris. Diamo a Marta quel che è di Marta.

Se non condividiamo gli atteggiamenti sulle variantone urbanistiche, riconosciamo alla sindaco un vero pragmatismo sulla questione dello stadio. Una questione importante perché il calcio genovese è da vertice di serie A, perché dobbiamo entrare nel giro degli Europei e tutti serve a rilanciare la nostra città.

Anche se i problemi grossi sono altri. Due fra i tanti: lo smaltimento dei rifiuti e la mobilità in città. Speriamo che anche su questi temi la Vincenzi usi lo stesso ottimo pragmatismo che ha dimostrato nell’affrontare il caso-stadio.