Politica

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I candidati alla presidenza della Regione Liguria avranno a disposizione un listino di fedelissimi ed esperti (7 posti) che entreranno di diritto in consiglio se il candidato a cui si appoggiano dovesse vincere. L’idea del listino era una buona idea per dare davvero ai potenziali governatori la possibilità di mettere in piedi uno staff di persone qualificate in differenti settori, spesso e preferibilmente al di fuori dalla stretta politica, oppure politici che hanno esperienze specifiche, evitando loro la fatica di una campagna elettorale a caccia di voti e preferenze, cioè togliendoli dal giudizio diretto degli elettori. Per i candidati presidenti era anche l’occasione per arricchire questi listini di “bei nomi” della tanto declamata società civile.

Così forse è stato all’inizio, ma ora il rischio è che questi listini dei presidenti diventino delle grigie “camere di compensazione” degli appetiti dei partiti che sostengono i governatori e che vogliono avere posti sicuri in caso di vittoria. Così ogni coalizione deve avere “di diritto” uno, due o tre posti in listino alla faccia dei “bei nomi” della società civile o dei politici che hanno dato prova di capacità tecniche e che diventano per il presidente una garanzia di continuità o di novità. Togliere ai governatori questa possibilità è diminuirne la loro forza e anche il prestigio nei confronti dell’elettorato che, leggendo i nomi del listino, potrebbe convincersi a votare l’uno piuttosto che l’altro.

Il listino allora diventa uno sfogatoio di repressioni da soddisfare non in nome della buona amministrazione e della più vasta rappresentanza popolare, ma delle ansie partitiche di dover sistemare questo o quello. Il discorso vale per il centrosinistra e il centrodestra che potrebbero trovarsi nella condizione di dover dare soddisfazioni ai medio-piccoli portatori di voti, a sinistra dall’Idv ai Verdi, alla Sinistra radicale, a destra a Lega, nuovi dc, e poi all’incognita Udc. Nel listino così si riverberebbero le spartizioni dei partiti facendo morire la vera novità di questo sistema, cioè la scelta personale e responsabile dei presidenti in corsa.