cronaca

Il senatore di Liguria Civica: "Discriminate le linee a basso reddito"
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È stata approvata al Senato la mozione presentata da Forza Italia per la privatizzazione delle ferrovie. Una voce di dissenso è quella del senatore Maurizio Rossi (Liguria Civica), secondo cui la situazione di isolamento della Liguria vedrebbe un peggioramento con l'eventuale passaggio a gestori privati.

“Ad oggi la privatizzazione è un'operazione nata esclusivamente per fare cassa.
Non esiste un piano industriale, né sono state date linee precise su come verrà organizzato il servizio, specie in tratte che non garantiscono un ritorno degli investimenti”, afferma il senatore ligure. “In tal senso, la privatizzazione alla cieca che viene proposta è inaccettabile e rischiosa per regioni come la nostra”.

“Anche oggi - ricorda Rossi - si è sentito parlare di alta velocità al Nord e di nessun investimento al Sud, in particolare in Sicilia e in Sardegna. Non si deve tuttavia generalizzare quando si parla di Nord. Ci sono regioni come la Liguria che sono invece gravemente discriminate e tagliate fuori dai collegamenti, sia via terra che via aerea. E la privatizzazione, così come illustrata anche in Commissione trasporti, è incomprensibile e priva di qualsiasi idea di come arrivarci”.

“Mi pare evidente – aggiunge il senatore di Liguria Civica – che, se entreranno i privati, non consentiranno alcun investimento su linee a bassa redditività, né condivideranno investimenti in linee che non gestiscono traffici elevati. Per queste ragioni, oggi non è possibile esprimere alcun parere su una privatizzazione solo di facciata, presentata solo per far vedere all'Europa che il tema è all'ordine del giorno”, attacca Rossi.

Il pensiero va poi al caso Andora. "Nella mi regione - sottolinea il parlamentare ligure - il collegamento con la Francia viaggia ancora su binario unico. Ricordate il treno deragliato? Non è stato fatto nulla, non esiste alcun cronoprogramma su come proseguire per realizzare quei 23 chilometri che aspettiamo da 70 anni”.

Problemi che stridono con l'alta velocità, ancora molto lontana dalla Liguria. “Impieghiamo cinque ore per andare da Genova a Roma – ricorda Rossi - noi abbiamo la Bassa Velocità. Ed è inoltre diventato impossibile cercare di usare l'alta velocità tra Roma e Milano per poi prendere un treno per raggiungere Genova. Questo perché l'ultimo treno per Genova da Milano parte alle 21.10. È necessario un treno Milano-Genova intorno alle 22.30, che già esisteva ma che è stato soppresso. E ovviamente serve un Genova-Milano che consenta di prendere una coincidenza Freccia Rossa Milano-Roma”.

“Senza alternative di treni almeno a media velocità, Genova resta ancor tagliata fuori. Al momento abbiamo solo molte parole, ma noi abbiamo bisogno di fatti immediati”, attacca Rossi. “Inoltre questa situazione fa sì che Alitalia, in evidente posizione dominante, possa portare i suoi biglietti per un Genova-Roma sino a 900 euro. Si tratta di un prezzo da viaggio intercontinentale, che nasce anche dal fatto di non avere concorrenza con i treni”.

“Tutte queste - conclude Rossi - sono ragioni sufficienti per dubitare fortemente di qualsiasi progetto di privatizzazione, che ad oggi appare assolutamente privo di ogni garanzia per il servizio agli utenti”.