cronaca

Respinto l'appello di ritardare di qualche ora l'entrata in vigore dell'ordinanza
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 "Cominciamo male, caro Governo". Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti in merito al rifiuto da parte del ministero della Salute dell'istanza urgente presentata per posticipare di 24 ore l'entrata in vigore del passaggio della in zona arancione e consentire ai ristoratori di tenere aperte le attività a pranzo nel giorno di San Valentino.

"Quello che mi preoccupa è che si tratta del primo atto ufficiale del Governo Draghi, un Governo da cui tutti ci aspettiamo qualcosa di più e di meglio del precedente per quanto riguarda l’attenzione al mondo delle imprese. Se la prima impressione è quella che conta, questa non è una buona impressione". Il presidente spiega che "solo alle 19 di sabato è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana l’ordinanza che colloca alcune Regioni in fascia “arancione”. Cioè cinque ore prima della sua entrata in vigore. Francamente - prosegue - siccome questo è l’atto formale che rende operativa quell’ordinanza, forse si poteva fare un po’ prima, per dare almeno un quadro di certezza".

Il presidente della Liguria prosegue: "Il nostro appello a rimandare solo di qualche ora l’entrata in vigore per consentire ai ristoratori di poter svolgere almeno il pranzo di San Valentino, con molte prenotazioni già prese, è stato respinto. Onestamente ritengo che questo rifiuto segni un grave sbilanciamento dell’equilibrio tra salute ed economia. Un piccolo gesto per una categoria già duramente colpita non avrebbe, in poche ore, aggravato la situazione epidemiologica, tanto più che i dati sono in miglioramento, gli ospedali sotto il livello di guardia e la maggior parte del territorio regionale resta al di sotto dei limiti previsti". "Spero che la discontinuità verso un atteggiamento punitivo al limite dell’ideologia - conclude Toti - sia solo legato al breve tempo decorso dall’insediamento. E credo che, come me, se lo augurino anche migliaia di attività a cui sono state negate poche ore di lavoro in più".


LE REAZIONI DEI RISTORATORI - "Manderemo la fattura al ministro Speranza, è una mancanza di rispetto senza precedenti questa. Non possiamo accettare che il venerdì sera si scopra che domenica siamo chiusi, dopo che i ristoratori si sono organizzati con anticipo per accogliere i clienti a pranzo, che per noi rappresentava una boccata d’ossigeno contro i 230 milioni persi già a causa della mancata apertura a cena", commenta Alessandro Cavo, presidente di Fipe Confcommercio Liguria. "Evidentemente il ministro non è mai andato al ristorante e non sa che per queste ricorrenze bisogna prenotare molto tempo prima. Per non parlare che i nostri locali avevano registrato il tutto esaurito". 

"Siamo rimasti nuovamente colpiti dalla mancanza di rispetto verso la nostra categoria", ha detto a Primocanale Marina Porotto, presidente giovani Fipe Confcommercio, e titolare di un bar nel centro storico di Genova. "La nostra categoria ha delle spese fisse che ha continuato a pagare per tutto l'anno e i ristori sono stati inadeguati sono delle briciole e queto weekend abbiamo un grossissimo problema, i nostri frigoriferi sono pieni di merce che non sappiamom dove mettere, ma soprattutto non sappiamo come pagare, perchè era stata acquistata in occasione di una festività che avrebbe dato una boccata d'ossigeno, il governo dovrebbe avere rispetto per le categorie produttive", ha detto Porotto.

A farle eco il ristoratore Roberto Panizza: "Tutti i ristoranti sono pieni e prenotati, le persone avevano voglia di uscire e celebrare questo momento. Tutti i frighi sono pieni e siamo pronti per partire e il giorno prima ti dicono che non lo potrai fare. Realtà che come tutti noi sono già in sofferenza. Il presidente Toti si sta spendendo per una apertura da parte del governo. Ci si domanda a Roma chi sia che cide queste cose che sono al di là di ogni buonsenso. Noi abbiamo il danno di non poter aprire e quello che ti avevano detto che potevi farlo e quindi hai fatto la spesa". 

LA RIVOLTA - Intanto cresce il tam tam di coloro che si dicono pronti a trasgredire la norma di chiusa della zona arancione del 14 febbraio. E' il caso della Valpolcevera, dove il noto ristoratore Garbè, con un locale sito in via Romairone all'incrocio verso San Biagio, non lontano dal centro commerciale di Bolzaneto dice: "Abbiamo deciso di stare aperti adottando tutti i sistemi di sicurezza previsti che vanno dalle mascherine ai separatori. Questa è una situazione che non esiste e a mettere in atto una simile protesta non saremo isolati perchè tanti colleghi faranno come noi. Ovviamente, al tavolo di bar e ristorante, siamo già sicuri ci sia la conferma di diversi clienti prenotati" (LEGGI QUI).

LA LIGURIA IN ZONA ARANCIONE - Per i prossimi 14 giorni, la Liguria sarà in zona arancione. Ciò significa bar e ristoranti nuovamente chiusi al pubblico, con possibilità solo di asporto e delivery. Chiusi anche i musei. Aperti i negozi. Con il colore arancione, non ci si può più spostare di comune, salvo che per lavoro, studio, salute o necessità. Consentiti gli spostamenti dai Comuni con meno di 5000 abitanti per una distanza non superiore ai 30 km, ma non verso i capoluoghi di provincia. Per le scuole, nessun cambiamento, nemmeno per le superiori che restano con la didattica al 50% in presenza. Prorogato il divieto di spostamento tra regioni fino al 25 febbraio. Restano validi i motivi di rientro alla residenza o al domicilio, di spostamento nella seconda casa o per cause di salute, lavoro e necessità.