Cronaca

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La decisione del Cnid, il Comitato Italia digitale, di mettere in calendario il passaggio al digitale terrestre per la Liguria senza aver affrontato tutte le problematiche sia per gli operatori sia per gli utenti mi preoccupa moltissimo. Ritengo, intanto, grave che il nostro gruppo televisivo che rappresenta 50 dipendenti non sia stato invitato (seppure lo avessimo espressamente richiesto) per portare il nostro contributo di esperienza al tavolo di lavoro.

E quando leggiamo nel comunicato stampa uscito ieri ''che tutti i rappresentanti degli operatori hanno condiviso le scelte'' non possiamo che dissociarci totalmente da queste affermazioni. Ritengo innanzitutto sbagliato il sistema che ha visto prima il calendario dello switch off e poi la valutazione dei problemi.

Sarebbe logico prima affrontare i problemi per valutare poi se sia davvero possibile o meno fare lo switch off. Ma sembra che l'esperienza delle altre regioni passate al digitale non sia servita di lezione a nessuno e si voglia continuare in uno switch off che penalizza specialmente utenti e operatori televisivi locali.

Che cosa è accaduto ad esempio in Piemonte? Le emittenti locali hanno perso anche il 50 per cento degli ascolti; i clienti pubblicitari hanno smesso di fare pubblicità sulle emittenti locali; le frequenze sono state assegnate all'ultimo giorno; la posizione sul telecomando è stata stravolta e l'utente non trova più le emittenti a cui era affezionato. Inoltre gli abitanti delle zone non primarie o delle vallate non ricevono più moltissimi canali. I sistemi di antenna dei condomini non perfetti che con l'analogico consentivano, comunque, una buona visione, con il digitale non offrono la visione di alcun programma. Il soliti furbi dell'etere che esistono dalla nascita delle tv, che non fanno programmi, ma occupano soltanto canali, vivono una nuova vita vantando e richiedendo frequenze regionali nelle quali poi inseriranno programmi orribili che aumenteranno a dismisura le proposte con una qualità molto più scadente di quella attuale, addirittura moltiplicati per sei.

Per tutti questi motivi, essendo Primocanale non ammessa al tavolo del Cnid solo perchè non delega la sua vita ed il suo futuro alle associazioni di categoria, ho sostenuto con mail e lettere che, peraltro, ritengo siano state cestinate visto il risultato, quanto segue: La Liguria non puo' passare al digitale se non insieme alla Toscana. Il motivo è che i segnali che vengono irradiati dal Monte Serra in Toscana passano dritti sul mare e arrivano a disturbare tutta l'area del ponente genovese e ligure irradiata dal Monte Fasce. Oggi, con il sistema analogico nelle due regioni,il disturbo che arriva dalla Toscana produce una rigatura del segnale video, ma almeno si vede. Nel momento in cui passasse al digitale il Fasce e si lasciasse il Serra in analogico, da Pegli ad Imperia i segnali verrebbero massacrati in tal modo che il decoder digitale non consentirà la visione del canale e sul televisore apparirà la scritta NO SIGNAL.

Ho quindi proposto di unificare la digitalizzazione di Toscana e Liguria, in quanto ora la Toscana come la provincia di Spezia avrà il passaggio nel 2012, a fronte della Liguria che passerà, stando a questa decisione, alla fine del 2010. Portiamole ambedue ad avere il digitale terrestre nel primo semestre 2011 e risolviamo il primo problema compatibilizzando i due siti di trasmissione.

Quando ho letto che la Liguria è stata calendarizzata per il passaggio al digitale dal 26 novembre al 20 dicembre ho pensato che ci deve essere un disegno folle per crearci il massimo dei problemi. Vendo pubblicità dal 1977 e la storia insegna che il periodo di massimi introiti dell'anno è proprio quello scelto per la trasformazione, cioè i 30 giorni prima di Natale. Ma non si può oltre a passare con la Toscana iniziare il digitale almeno il 27 dicembre?

La Liguria è la regione italiana con il maggior numero di impianti, ma ha solo un milione e mezzo di abitanti. Per coprire il 93 per cento degli utenti servono almeno 100 impianti e ciò vuol dire che noi dobbiamo fare un investimento rilevantissimo. Ma questo investimento varia enormemente se ci verranno assegnate due frequenze (sistema MFN) o una sola (sistema SFN): la differenza è di circa 2 milioni di investimenti a fronte di 5 milioni con il sistema SFN. Una differenza troppo grande e diventa molto problematico pensare di poter ammortizzare 5 milioni di investimenti su una regione così piccola. Pertanto qualora non venga utilizzato il sistema MFN la soluzione sarà tagliare il numero dei ripetitori mettendone al massimo 30 nelle aree principali lasciando totalmente fuori tutto l'entroterra. E creando, così, una nuova frattura culturale tra la popolazione costiera e gli abitanti delle valli e delle aree montane. Altro che "digital divide" e problemi come la banda larga.

Infine, l'unico soggetto che si era preoccupato di riunirci e stava iniziando con i tecnici delle varie emittenti un lavoro di preparazione per trovare la compatibilità delle frequenze, soluzioni per l'entroterra, analisi del grave problema delle postazioni da cui il segnale arriva in Francia, è stato stoppato da Roma che gli ha ordinato di non entrare in problematiche che sono di competenza romana. Parlo dell'ispettorato di Genova e Liguria che con i tecnici seduti al tavolo dei diversi operatori sono quelli che conoscono meglio il territorio, le postazioni, le potenze, le possibili compatibilizzazioni. Sono quelli che una volta temevamo che ci chiudessero gli impianti e che da tempo, invece, collaborano con grande serietà per risolvere problemi e che ora volevano mettere a disposizione la loro esperienza in una terra complessissima proprio per trovare la quadratura migliore possibile sia per noi che lavoriamo in questo settore dell’informazione, sia per gli utenti che hanno il diritto di ricevere il segnale perfetto e pulito.

Detto quanto sopra, voglio chiarire che attendo il digitale con grande entusiasmo perchè sotto il profilo della creatività editoriale sarà per noi un’occasione straordinaria. Sempre e soltanto se, quello che produrremo, si potrà vedere.

Maurizio Rossi
Presidente di Primocanale