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L'intervento di Tiziano Pesce vicepresidente nazionale
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Il movimento sportivo dilettantistico, alla luce dei primi effetti dell’entrata in vigore del cosiddetto “Pacchetto sport” della Legge di bilancio 2018 (L.205/2017), compreso il fatto che negli ultimi giorni una primaria catena internazionale di sport “commerciale” si sarebbe già costituita in Società Sportiva Lucrativa p.A., sta vivendo un momento di grande “fibrillazione”. Sul delicato tema l’Uisp Nazionale ha inviato una formale nota al CONI.

“Dopo aver fatto il punto con il presidente nazionale Vincenzo Manco, abbiamo richiesto al CONI di poter verificare presso il Ministero del Lavoro - spiega Tiziano Pesce, vicepresidente nazionale Uisp (nonché presidente del Comitato Regionale Uisp Liguria ndr) - riguardo l'articolo 1, comma 358 della Legge di bilancio 2018, che lo stesso Ministero valuti di poter affermare che la volontà non era quella di attrarre effettivamente le collaborazioni sportive in capo ad associazioni e società sportive dilettantistiche non lucrative nell'ambito delle co.co.co., e quindi prevedere le comunicazioni obbligatorie al Centro per l’impiego, l’istituzione del Libro Unico del Lavoro, e l’emissione del cedolino paga, ma, bensì, quella di escludere semplicemente l'attrazione nel rapporto di lavoro subordinato delle collaborazioni sportive continuative in presenza di etero-organizzazione dei tempi e luoghi di lavoro.

“Le comunicazioni preventive di attivazione delle collaborazioni, da effettuarsi in via telematica al competente Centro per l’impiego per il tramite di un intermediario abilitato, l’emissione del cedolino paga, la tenuta del LUL – aggiunge Pesce - sono adempimenti di cui se ne comprende il motivo riguardo le società lucrative, in quanto i compensi erogati rientrano nell’ambito dei “redditi assimilabili al lavoro dipendente” ex art. 50 TUIR e pertanto privi di fasce di esenzione e assoggettati a contribuzione previdenziale, mentre, di contro, non se ne comprende la ratio al riguardo delle ASD/SSD non lucrative”.

“Tali adempimenti scaricherebbero infatti costi gestionali estremamente onerosi sull’associazionismo di base, che tendenzialmente si avvale di un alto numero di operatori (tecnici, istruttori, dirigenti ed anche atleti) con compensi a importo contenuto: l’aumento considerevole del carico di lavoro amministrativo – sottolinea Enrica Francini, responsabile nazionale Bilancio e onsulenze Uisp - il costo delle comunicazioni soprarichiamate, il costo di emissione del singolo cedolino paga, (adempimenti il cui costo si aggira tra i 10 e i 20 euro, da moltiplicare per il numero di operatori sportivi e per il numero di pagamenti annuali); atteso che si tratterebbe tra l'altro di un cedolino paga privo di molti elementi, in assenza di ritenute previdenziali ed assicurative nonché di tutte le voci previste per i dipendenti”.

“Anche alla luce delle situazioni createsi in questo inizio d’anno, risulta essere ancora più importante – conclude il vicepresidente nazionale Uisp Tiziano Pesce - che il CONI proceda inoltre, quanto prima, ad individuare le tipologie di prestazioni qualificanti l’utilizzo dei c.d. compensi sportivi, così come previsto dalla stessa legge di bilancio”.
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