Politica

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La vittoria del Pdl in Abruzzo conforta anche in Liguria il centro destra che smania per riprendersi la Regione. Ma il dato più interessante è il successo di Di Pietro che rosicchia voti al Pd. Il rischio che in Liguria si ripeta il caso Abruzzo è molto forte, soprattutto se il Pd non si dà la sveglia a cominciare dalla scelta di un nuovo segretario regionale. Nuovo non vuol dire necessariamente che debba avere diciott’anni.

Il Pd ha una rosa di personaggi su cui puntare: dal giovane Victor Rasetto che anche dal punto di vista comportamentale non ha nulla di “antico”, rappresenta una nuova generazione, è aperto, dialoga, insomma, si presenta bene; al savonese Lunardon, più “politico” e forse più scafato. Senza dimenticare che esistono due “saggi” che , a mio avviso, è stato un errore ibernare. Penso a Mario Margini, vera testa pensante della sinistra e a Graziano Mazzarello che ha sempre avuto il merito di comportarsi da deputato ligure e genovese. Certo, i due non sono di primo pelo, ma l’età non deve diventare un handicap quando c’è davanti una impresa titanica: salvare un partito neonato. Se penso che per far posto alla signora Melandri è stato silurato il vecchio Graziano, capisco perché il Pd sta traballando. “Sarò un parlamentare della Liguria” strombazzava la signora ad ogni occasione (anche nel corso di un faccia a faccia con Claudio Scajola da noi a Primocanale). Chi l’ha più vista qui? Nessuno.

Non è che ne abbiamo sentito la mancanza, come non abbiamo sentito la mancanza del deputato Garofani della Margherita o del signor Licandro dei Comunisti Italiani. Catapultati in Liguria persino dalla Magna Grecia e rispediti al mittente con una raccomandata senza avviso di ricevimento. Fossi un iscritto al Pd, oggi, alla luce di quella che sta accadendo, mi mangerei i vertici che hanno fatto queste scelte, non scellerate, ma totalmente stupide. Per poi scoprire che ha vinto e vince ancora e vincerà, chi ha rapporti stretti con il territorio, ne conosce i problemi e persino le sfumature del carattere della gente. Non chi deve occupare una ricca poltrona per censo di casta.