cronaca

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Il sindaco di Genova, Marco Bucci è un manager di scuola americana. Dice “vision” per indicare una visione progettuale. Quindi quell’idea che ha raccontato ieri a Tursi, durante l’anteprima della Biennale di Pisa dedicata alle città d’acqua potrebbe essere una delle sue “vision”. Di quelle che, estrapolate dal contesto, potrebbero far saltare sulla sedia.

Ecco la cronaca.
Nel salone del vecchio consiglio comunale sono riuniti alcuni bei nomi dell’architettura europea e i sindaci delle città portuali, da Pisa a Venezia, da Amalfi a Trieste. Il tema è di stretta attualità: l’acqua e il tempo. Laddove l’acqua è quella del mare, quindi anche quella dei porti, cioè economia, trasporto, turismo, ma anche quella che provoca danni, come è successo troppo spesso a Genova. Acqua come bene e male. E’ acqua anche quella che dobbiamo urgentemente risparmiare, perché ne buttiamo via troppa e a volte già scarseggia. Argomento scottante , al quale noi scellerati pensiamo poco.

Parla Bucci e racconta con il solito entusiasmo di Genova e di quello che si sta facendo per ricostruire il ponte Morandi. Ma anche degli acquedotti, dei bacini, dell’acqua “portata via” a Piacenza con la realizzazione dell’invaso del Brugneto. Storie vecchie e storie nuove. Finché si arriva alle esperienze. Come quella di un paese del nord Europa – racconta il sindaco – dove per risparmiare fanno la prima pipì del mattino durante la doccia evitando l’uso del water e , di conseguenza il tiraggio dello sciacquone, con un grande consumo d’acqua. “Pensate quanta acqua si risparmierebbe se tutti la mattina facessero come i nostri amici nordici!”

La “vision” di Bucci è questa e magari sarebbe pure contento che i genovesi seguissero il suo pensiero peraltro genuinamente ecologista con l’azione concreta.
“Cittadini bisogna risparmiare acqua. Fate pipì sotto la doccia….”, Che sarebbe anche l’applicazione del modo di dire “due piccioni con una fava”.
La questione a questo punto sarebbe: ma quanti genovesi usano la doccia? E dato che siamo una popolazione con il record europeo di anziani, come facciamo con chi soffre di disturbi prostatici?