sport

1 minuto e 57 secondi di lettura
Il Covid sgonfia il pallone. Sprofondo rosdo nei bilanci dei club. Mentre le piazze delle città italiane sono in ebollizione per contestare l’ultimo Dpcm del premier Conte che ha chiuso bar, ristoranti, cinema, palestre, piscine gelaterie ed altro mettendo in ginocchio molte imprese ed aziende, incredibile ma vero, pure il calcio batte cassa.


Le società di serie A, almeno 15 su 20 sarebbero alla canna del gas a livello economico. Succede che la liquidità per versare entro metà novembre i soldi per gli stipendi dei giocatori di settembre non ci sono. È stato così chiesto un incontro col Governo che peraltro per decenze dovrebbe prima salvare chi guadagna 1500 euro al mese e non 150 mila euro. Se non molto di più. Resta il fatto che dal Crotone in su tutti se la passano male. Il calcio è un carrozzone che versa anche parecchi miliardi allo Stato dice il presidente FIGC Gravina, ma che ora ha un passivo da paura: 600 milioni. Senza sponsor, 200 milioni in meno e senza abbonamenti e biglietti comprati dai tifosi (rosso da 300 milioni) più altri disavanzi ecco che il crack è servito.

E pensare che molti presidenti hanno sempre indicato negli incassi dal botteghino delle miserie che nulla servivano. Invece, per esempio nel caso Genoa e Sampdoria 5 milioni di euro freschi servivano eccome. Ora Preziosi e non solo lui, se ne sono accorti. Senza pensare a chi fa le Coppe e ha stadi da 70000 posti ora deserti. Per evitare il patatrac c’è l’ipotesi di anticipare le decine di milioni destinati ai club retrocessi in B, il paracadute. Verrebbero destinati a tutti quanti ne hanno bisogno e divisi più i meno in parti uguali tanto per metterci una pezza.

Ma poi? Le tv devono ancora pagare l’ultima tranche della stagione scorsa. In pratica visto che sarà difficile aprire gli stadi entro maggio la situazione pare nerissima. Anche i calciatori dovranno esprimersi perché lo Stato non può aiutare il calcio visto i problemi prioritari di occupazione e sanità, quindi ci si aspetta una presa di responsabilità che significa tagliarsi gli stipendi mentre chi gestisce le squadre la smetta di giocare al monopoli cicaleggiando e torni sulla terra, Nessuno purtroppo è immune dal coronavirus e anche i ricchi del calcio piangono.