Genoa-Milan non ha pace. Anni dopo la tragedia in cui perse la vita Claudio Spagnolo per mano di un ultrà milanista, la partita finisce nella bufera delle polemiche. Nessun ripensamento da parte dell’Osservatorio sugli eventi sportivi: si giocherà lunedì 21 alle 15 al Ferraris. Orario che nessuno voleva, a parte forse il Milan.
Il sindaco di Genova Bucci aveva chiesto alla Lega Calcio di farla giocare alle 21 come era stata inizialmente programmata, ma niente. Matteo Salvini Ministro degli Interni era stato chiaro: la partita si giochi alla luce del sole per questione di ordine pubblico.
Tifosi del Genoa inferociti, commercianti e residenti del quartiere di Marassi imbufaliti, il presidente Massimo Ferrante del Municipio Bassa Valbisagno che non usa mezzi termini: "Chiediamo il rispetto per chi lavora e vive qui", e persino le pay tv contrarie perché gli ascolti sarebbero stati minimi e così sarà.
Il commento ricorrente di chi ama il calcio sulla decisione scelta dall’Osservatorio è uno solo: "vergognoso". Nessuno si è interessato di chi dovrà chiudere la serranda del proprio negozio nelle vie adiacenti lo stadio, nessuno si è interessato degli studenti del Firpo che usciranno da scuola in quelle ore lì, nessuno si è preoccupato del fatto che ci sarà pure uno sciopero del trasporto pubblico locale.
La presidente dell’Osservatorio Daniela Stradiotto avrà pure le sue ragioni per spostare la partita (in effetti sono state giornate terribili intorno alla violenza nei pressi degli stadi) ma allora perché non impedire la trasferta ai tifosi milanisti e finirla qui, piuttosto che rispondere in modo inaccettabile e provocatorio? "Delle polemiche ce ne faremo una ragione" è riuscita a dire, ma si rende conto? Alla faccia di tutta Genova che avrà uno stadio vuoto e un centro blindato per una scelta folle, da cartellino rosso.
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La scelta folle, da cartellino rosso, per Genoa-Milan
Genova avrà uno stadio vuoto e un centro blindato per una scelta folle, da cartellino rosso
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