cronaca

A Staglieno il funerale del giovane di origini ecuadoriane
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 Ci sono dolore e amore, ma non c'è rabbia ai funerali del ventenne ecuadoriano ucciso da un agente che ha sparato per bloccare il giovane che stava accoltellando un poliziotto. La cerimonia si è tenuta al tempio laico del cimitero di Staglieno.

C'è il pianto senza fine di Lourdes Garcia, madre di Jesus Jefferson Tomalà morto domenica scorsa nel suo appartamento a Borzoli, dove i poliziotti erano intervenuti per un trattamento sanitario obbligatorio sul ragazzo in crisi per una lite con la compagna Angie dalla quale aveva avuto una figlia due mesi fa. Per la donna l'affetto degli altri cinque figli, della compagna del figlio che lo ha salutato lasciando un mazzo di girasoli e della console dell'Ecuador Martha Fierro.

"Non è giusto, non è giusto, chiedo giustizia". Marco, uno dei fratelli di Jefferson studia musica e ha dedicato una canzone al fratello, "A my hermano" che fa ascoltare dallo smartphone adagiato sulla bara. Attorno alla famiglia c'è tanta comunità sudamericana e ci sono tanti ragazzi italiani amici della vittima che ripetono "non era un criminale, ma un generoso e uno di noi".

Fra i momenti più toccanti le canzoni della comunità evangelica accompagnate alla chitarra da Kevin Morales, figlio del pastore che celebra il rito. "Jefferson significa pace, lealtà, affetto, noi ricordiamo Jeffe così. Nella figlia di Jeffe dobbiamo trovare la forza e l'amore per andare avanti" ed ha invitato tutti ad abbracciarsi per perdonare e donare amore. La salma è stata tumulata nel cimitero di Staglieno.