Da una ministra capace di armare tutto il casino delle autostrade non puoi aspettarti cose molto diverse da quelle che dice venendo a Genova. Che minimizzi tutto, cercando di nascondere le proprie colpe, è davvero il minimo. Come lo è l'infausta affermazione sui suoi tempi di percorrenza autostradali: il suo distacco dalla realtà è tale, per cui tutto le sembra uguale al dorato mondo ministeriale, privilegi e benefici compresi.
Le code e il traffico bloccato, i danni economici provocati dal rosario dei cantieri per la messa in sicurezza delle gallerie dimenticate, i ritocchi aggrava crisi del Mit al piano degli interventi? "Disagi per quattro giorni, poi situazione gestita" dice De Micheli, che così definisce i liguri bugiardi o, nella migliore delle ipotesi, visionari.
Ma, dicevo, non è una sorpresa. Stupisce di più il silenzio del Pd ligure: non uno che sia uno capace di dire alla ministra che sta sbagliando, che i genovesi avrebbero meritato ben altre parole. Non un parlamentare amico, dello stesso partito intendo, che la prenda per l'orecchio, come si faceva una volta a scuola, e la redarguisca. Tacciono pure Andrea Orlando e Roberta Pinotti, autorevoli predecessori "piddini" della De Micheli su scranni ministeriali. Il primo trova tempo e modo di festeggiare l'accordo in Europa sul recovery fund ("Tomi tomi, cacchi cacchi"), ma su Genova neanche una parole.
Non lo fanno neppure i grillini, tutti proni alla logica del "cane non mangia cane": prevale il senso di appartenenza alla medesima parrocchia di maggioranza governativa. Del resto, dopo aver fatto l'impossibile per metterla su e mantenere il potere, mica ci si può lasciare di fronte agli sproloqui di una De Micheli.
Soprassedere diventa la parola d'ordine. Anche quando la ministra accusa più o meno indirettamente il suo predecessore Toninelli e magari va pure più indietro nel tempo, con la sua arringa auto-assolutoria, dimenticando che prima di Toninelli a quel posto c'era l'immarcescibile Delrio, cioè un compagno di partito del Pd! Ma va tutto bene. Pure il neo candidato governatore ligure del centrosinistra Ferruccio Sansa, che butta la croce addosso al suo avversario Giovanni Toti. Padronissimo di farlo, perché ognuno ha la sua opinione e i liguri sapranno valutare e quindi votare.
E però: almeno smarcarsi dall'imbarazzante De Micheli, quello proprio no? Se non fosse che quotidianamente viviamo situazioni diverse da quelle dipinte dalla narrazione della ministra, verrebbe quasi il dubbio che hanno ragione lei e i suoi silenti amici-complici. Poi, però, imbocchi l'autostrada o provi a percorrere l'Aurelia...
cronaca
L'imbarazzante De Micheli e i silenzi complici di Pd e M5S
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