cronaca

Giovedì incontro al Mise tra sindacati, Patuanelli e commissari
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Mentre Governo e ArcelorMittal tentano di individuare un percorso condivisibile per arrivare a un nuovo accordo sul turnaround dell'ex Ilva, un grande ostacolo arriva dal tribunale: il giudice ha rigettato la richiesta di proroga per l'attività dell'Afo2 avanzata dai commissari al tribunale di Taranto. Tradotto vuol dire il possibile inizio delle operazioni di fermata degli impianti dal 13 dicembre. Anche se c'è un ulteriore spiraglio, fare ricorso al Tribunale del riesame.

Lo sciopero iniziato lunedì sera è terminato alle ore 7 di oggi mercoledì 11 dicembre. Fiom, Fim e Uilm di fatto hanno bloccato tutti gli stabilimenti del Gruppo, con adesione al 90% a Genova e Novi Ligure all'80%, a Racconigi al 100%, come a a Padova e Marghera. Alla manifestazione a Roma hanno partecipato 150 operai arrivati da Genova e dalla Liguria. Dalle parti sociali il messaggio è sempre lo stesso: non possono esserci esuberi. Non esiste il piano da 4.700 tagli prospettato dall'azienda, che invece deve rispettare l'accordo firmato nel settembre 2018 con relativo piano ambientale.

Il governo punta a dare continuità alla produzione di acciaio in Italia. Ma con Mittal prosegue il braccio di ferro. L'ipotesi di un intervento dello Stato in supporto al colosso franco-indiano per convincerli a restare prende sempre più piede, ma le cifre per le casse italiane non sono poche: si parla di mezzo miliardo di euro; e poi c'è la questione degli esuberi tutta da risolvere. Il 12 dicembre nuovo capitolo a Roma quando al ministero dello Sviluppo economico, sindacati, commissari e ministro Patuanelli si siederanno attorno a un tavolo per fare il punto sulla situazione e concordare le mosse future. Ancora una volta la questione ex Ilva si prende la scena nazionale.