cronaca

Il governatore contro la 'caccia all'untore'
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"Il nemico è il virus non sono le persone, qualsiasi sia la loro provenienza. Lo avevo già detto, lo ripeto. Perché sono convinto che questi messaggi che ho letto oggi non rendano onore al tricolore che molti italiani hanno appeso al balcone in questi mesi". Il governatore della Liguria Giovanni Toti in un post pubblicato sul suo profilo Facebook punta il dito contro i liguri che proprio attraverso i social si scagliano contro la possibile riapertura dei confini regionali.

Facile immaginare che da quel giorno in avanti la Liguria sarà una delle mete preferite soprattutto per Lombardi e Piemontesi. Lo scenario che si prosepetta per le vacanze di questa estate è quella di una stagione all'insegna della vacanza in casa. Difficile pensare a viaggi in giro per il mondo. Così la Liguria con il suo mare e le sue bellezze paesaggistiche resta tra le regioni più attrattive per il turista nostrano.

Il governatore ligure ha postato una serie di commenti di alcuni cittadini, con i nominativi coperti che si si scagliano contro il ritorno dei turisti. Tra i messaggi si legge ad esempio: "Meglio stiano a casa loro, ci hanno già riempito dei loro vecchi", "Ma statevene a casa vostra infettatori" o ancora "Non siete per niente i benvenuti", poi ci chi è sembra avere le idee confuse: "i milanesi coi dovuti controlli potranno anche venire. ma la feccia lombarda direi proprio di no. Con quella gentaglia abbiamo già dato. Alla larga da noi liguri perchè vogliamo campare. Andate sui laghi". Insomma non proprio messaggi di benvenuto. Eppure il settore turismo rappresenta circa l'8% del pil regionale.

Un giro economico di circa 4 miliardi. In questi anni in Regione si è puntato molto sulla crescita dell’intero comparto capace di dare lavoro a operatori fissi e stagionali e se per primi le difficoltà sono notevoli per i secondi gli ingressi sono pari a zero in questi primi mesi dell'anno. In tutto il settore ci sono circa 20 mila addetti. Solo in Liguria sono infatti presenti circa 14.700 attività legate a servizi di alloggio e ristorazione che svolgono un ruolo fondamentale nell'offerta dei servizi ricercati dai turisti che scelgono il mare, l'entroterra e le bellezze storico-paesaggistiche della Liguria. E mentre altre regioni come la Sardegna ipotizzano passaporti sanitari, test alla partenza o all'arrivo, la Liguria ha bollato tale possibilità come impraticabile. Il ministro Boccia ha detto che il passaporto è addirittura anticostituzionale. I danni per il turismo a causa dell'emergenza coronavirus sono quantificati in oltre il 58% di perdite a livello mondiale, Liguria ovviamente compresa. 

Al momento è previsto che il 3 giugno le regioni riaprono alla possibilità degli spostamenti interregionali al momento consentiti solo per motivi di lavoro o salute e necessità. In realtà la questione è ancora 'sub judice', infatti il 29 maggio sulla base dei dati sanitari dovrebbe arrivare l'ufficialità della riapertura o meno dei confini tra le regioni. Da monitorare la situazione di alcune realtà territoriali, soprattutto Lombardia e Piemonte ma anche la stessa Liguria. I dati in realtà per la Liguria parlano di un calo costante degli ospedalizzati da ormai un mese. Oggi sono 219 le persone ricoverate nelle strautture ospedaliere della Liguria con 14 persone in terapia intensiva. I medici esperti più volte hanno rivadito come il dato da tenere sott'occhio in questa fase è proprio quello degli ospedalizzati.  

E il governatore Toti ha voluto sottolineare l'importanza di poter riabbracciare, in senso metaforico, i turisti. "Non c'è una regione contro l'altra. Stiamo tutti combattendo la stessa battaglia. E se il Governo lo consentirà, a fronte di numeri sanitari positivi, apriremo i confini. Basta fare terrorismo, basta seminare odio, basta discriminarci tra noi".

In effetti anche la convinzione che lombardi e piemontesi abbiano portato il virus in Liguria è stata sgretolata dalle analisi e dai dati portate avanti da Alisa, l'agenzia sanitaria regionale. Tre studi portano a 'retrodatare' il probabile arrivo in Liguria del covid-19. L'analisi predittiva, le tac polmonari e i test sierologici dimostrano che è estremamente probabile che i primi casi di Covid-19 in Liguria erano presenti già a dicembre. La conferma è arrivara dal responsabile prevenzione di Alisa, Filippo Ansaldi. "I primi casi di coronavirus in Liguria sono avvenuti molto prima di metà febbraio ad Alassio e alla Spezia, dopo l'esplosione del cluster di Codogno. Verosimilmente a dicembre. Lo possiamo dire analizzando l'andamento dei posti letto a media intensità e in terapia intensiva negli ospedali" ha detto appena qualche giorno fa.

Toti nel suo post su facebook analizza e catechizza le manifestazioni di 'caccia all'untore' che in questi mesi si sono moltiplicate di giorno in giorno: "Prima sotto accusa sono state le mamme e i bambini che chiedevano di uscire mezz'ora, poi i runners, i giovani, le persone col cane, i vecchietti a fare la spesa, ora è il turno dei 'temibili turisti'. Poi a chi toccherà subire questa cattiveria? Perché ci sarà sempre qualcuno a cui dare la caccia. Ma questo Paese ha bisogno di ripartire e la caccia all'untore non è la soluzione e come istituzione ci ribelleremo sempre a tutto questo. Non cavalcheremo mai la paura della gente, a costo di risultare impopolari".

E' ancora prosegue: "E allora cosa vi porta a questa cattiveria? Tornate umani! O lo siamo solo a parole e davanti ai fatti ognuno guarda il suo orticello? Solo uniti possiamo farcela! Una cosa è certa e voglio dirla a tutti gli italiani che amano la nostra regione: non siamo così. E quando si potrà sarete tutti i benvenuti in Liguria".