cronaca

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Operazione "Real Time": è questo il nome dell'operazione che ha portato all'arresto di Carmelo "Nino" Gullace, 64 anni, residente a Toirano, ma originario della Calabria, personaggio di spicco ritenuto dagli inquirenti appartenente alla cosca "Raso-Gullace-Albanese" di Cittanova. Con lui denunciate tre persone a piede libero, tra cui la moglie, Giulia Lazzari, e Fabrizio Accame, ex segretario della Margherita di Albenga.
Questa mattina, contestualmente all'arresto, sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.

Tracciando un parallelo con Al Capone che "non venne arrestato per mafia", il comandante dei Carabinieri, Alessandro Parisi, ha spiegato che Gullace è stato arrestato per reati come l'usura: "Un reato tanto odioso quanto difficile da dimostrare". "L'attività è iniziata nella scorsa estate", ha reso noto il comandante del nucleo investigativo, Francesco Bianco. Tre gli imprenditori oggetto di usura da parte di Gullace, il primo già dal 2007: "Gli imprenditori sotto usura sapevano chi avevano di fronte - ha spiegato Bianco - un uomo che incuteva timore. Addirittura un imprenditore diceva 'non ho più voglia di vivere, mi butto sotto un ponte'. Abbiamo valutato le situazioni e gli aspetti patrimoniali con il Pm Pelosi e con la Dia, questa mattina abbiamo chiuso il cerchio e abbiamo arrestato Gullace mentre usciva di casa. Le perquisizioni sono ancora in corso".

"Credo che sia importante sottolineare la rilevanza dell'operazione di oggi - ha detto il colonnello Sandro Sandulli, capocentro della Dia di Genova - Si parla spesso della presenza della 'ndrangheta in Liguria, e ancorché oggi non siano contestati fatti specifici di mafia, il pedigree del personaggio è di spessore. E' ritenuto, per frequentazioni e parentela, inserito nella cosca Raso-Gullace-Albanese".