cronaca

Il ministro: "Assurdo chiudere". La Fiom: "Siamo a 9 mesi fa"
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Un incontro durato fino alle due di notte quello che si è tenuto ieri a Roma tra i rappresentanti di Arcelor Mittal e i sindacati nazionali ma che ancora una volta non ha portato a alcun accordo.

"Siamo rimasti a 9 mesi fa - ha detto oggi il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro -. Mittal ha ribadito le sue condizioni spiegando che ha un patto con il governo e ha detto ai sindacati nazionali che se vogliono che entrino più lavoratori occorre tagliare il salario".

Il ministro Calenda però in mattinata rilancia: "Il Governo tramite l'amministrazione straordinaria è disponibile a mettere sul piatto ulteriori risorse per chiudere nelle prossime ore". Sull'Ilva, ha aggiunto, "negoziare si può e si deve", ma occorre fare "presto", perché l'azienda "finirà la cassa nel mese di luglio e ricominciare tutto da capo o per seguire chi propone soluzioni tecnologiche irrealizzabili rischia questa volta di provocare una chiusura tutt'altro che progressiva".

"In nessun pianeta di nessuna galassia conosciuta o sconosciuta, un investitore che vince una gara e mette 4,2 miliardi sul piatto per risanare il più grande complesso industriale del Sud viene accolto a suon di ricorsi e di piani assurdi del tipo 'vogliamo progressivamente chiudere'. Ma di che parliamo? Ma come si chiude progressivamente l'acciaieria più grande d'Europa, con quali soldi, con quali costi per tutta l'industria italiana, con quali soluzioni per i 20.000 lavoratori tra diretti e indotto". Quindi, ha concluso, "lasciamo i deliri dei populisti 'alle vongole', anzi 'alle cozze pelose' per essere più precisi, fuori dai tavoli sindacali".

L'apertura secondo quanto appreso da fonti sindacali avrebbe riguardato solo un centinaio di lavoratori in più: "Forse sono arrivati a 10.100, è chiaro che cosi non si può andare avanti. Probabilmente la prossima settimana faremo una riunione a Roma con tutti i delegati ma la trattativa è impossibile e in ogni caso la delegazione presente in Italia non ha poteri di trattativa e non può far altro che alzare il telefono e parlare con il padrone vero".

Nessuna novità positiva neppure sull'accordo di programma: "Mittal dice che per loro gli esuberi vanno nella società per Cornigliano - spiega il segretario genovese della Fiom - ma non è quello l'accordo di programma. Come ha spiegato ieri l'ex sindaco Pericu, firmatario dell'accordo di programma e avvocato: Pericu ha chiarito che quell'accordo è legittimo e chi non lo rispetta può essere sanzionato togliendogli le aree. Non so se Mittal si rende conto del caos che si può aprire a Genova. Vedremo nelle prossime ore quel che succede".