Politica

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Non c’è proprio niente da fare. Il vizietto resiste a qualsiasi intemperie. La politica sta implodendo, destra e sinistra stanno generando movimenti, correnti, circoli, pronti a unirsi e ridividersi in un ossessionante processo biologico, ma il vizietto non muore. Nessun antibiotico riesce a stroncarlo, nessuna inchiesta, nessun avviso di garanzia. Le bottiglie piene e vuote delle tangenti, evidentemente, non sentono la crisi, stando a quanto emerge da queste prime battute dell’ultima inchiesta giudiziaria. E tutto, anche stavolta, parte da piccole società sportive, affamate, sempre al verde, come avvenne per la Grande Tangentopoli del mariuolo Chiesa.


Poi il vizietto s’allarga, ha una mutazione genetica come l’influenza, degenera, si complica. E davanti ai fondi europei elargiti a volte a piene mani, c’è chi perde la testa. Sono puntuali come l’influenza i casi giudiziari che colpiscono la politica e non c’entrano le elezioni, anche perché nel nostro Paese le elezioni sono continue, non hanno tregue e le inchieste della magistratura possono arrivare a maggio con le rose o in autunno con l’uva saranno sempre all’interno di una campagna elettorale. Il problema è che non si fermano mai le marachelle dei politici.


Diciamo la frase di rito per non essere fraintesi: tutto deve essere dimostrato, tutti sono innocenti fino a prova contraria. Però che tristezza dover raccontare l’ennesimo squallore della politichetta. E allora cerchiamo di trovare un lato positivo nella faccenda. Presentino i partiti alle prossime elezioni persone perbene, pulite, mai messe in discussione. Non riciclino rottami. E’ una strada percorribile o è un’utopia?