cronaca

Nel cuore un presepe visitato in un lebbrosario
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“Le restrizioni non bloccheranno il Natale che è nel cuore di ognuno di noi, lo faremo in modo diverso, dobbiamo usare la fantasia”. Cosí monsignor Marco Tasca, arcivescovo di Genova, a Primocanale a margine della benedizione del presepe storico della Regione Liguria.


“Il covid è un treno che c’è venuto addosso, bisogna cercare di vivere al meglio possibile per quello che è possibile, questo treno fa molto male ma il cuore dentro – spiega mons. Tasca – mi dice che il Natale è bello, bello perché mi dice qualcosa, mi ricorda qualche cosa, mi spinge a fare qualche cosa in maniera diversa certamente tante cose non le potremo fare ma possiamo viverlo con tanata, tanta fantasia e credo sia il meglio che possiamo fare”.


“Il presepio è un segno bellissimo di questi tempi per il futuro – prosegue l’arcivescovo di Genova – è un bimbo che nasce in una situazione molto difficile. Gesù mi piace ricordare non nasce in una casa ricca, non nasce tra i confort ma nasce nelle difficoltà più estreme, con tante incomprensioni e tanta solitudine eppure è nato. Non so se oggi i tempi siano più o meno difficili ma anche noi oggi possiamo nascere di nuovo, tirare fuori la vita e sprigionarla bene”.


Mons. Tasca arcivescovo di Genova da pochi mesi inizia ad ambientarsi nonostante le restrizioni per il Covid abbiano un po’ limitato anche le modalità di visite nelle varie parrocchie e comunità che non si sono però mai fermate.


“Ovunque vada mi sento accolto dai genovesi – racconta Tasca – mi sento bene per me questi mesi sono un’esperienza molto bella, credo che gli auguri più belli che ci possiamo fare come genovesi, lo dico anch'io adesso, è di crescere insieme con molta serenità e con molta disponibilità”.


Tante le polemiche in queste settimane sull’orario della messa di Natale, su questo monsignor Tasca non ha dubbi: “La messa della notte è per ricordare una nascita, non un’ora, se ricordiamo questa nascita allora ricordiamo forse che c’è un futuro, che c’è una possibilità per i nostri sogni per quello che sarà”.


Il presepe che più ha colpito l’arcivescovo negli anni in cui ha girato il mondo? “E’ stato in un lebbrosario, non voglio dire dove, un presepe bellissimo fatto con le mani, che poi sono moncherini, statue meravigliose, è stata un’esperienza bellissima di condivisione”