porti e logistica

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Un “aiuto di Stato”: in questo modo il giudice Pietro Spena definisce, dichiarandolo ovviamente illegale, il sostegno che la Regione Sardegna offrì alla Saremar, una compagnia di traghetti nata dallo scorporo della Tirrenia che effettuava collegamenti tra l’isola, la Liguria e il Lazio a prezzi competitivi.

E questo a prescindere dal fatto che gruppi privati avessero aumentato le proprie tariffe. Così ‘Grandi Navi veloci’, capofila di una battaglia legale portata avanti presso la Commissione Europea e il tribunale civile di Genova, incassa un’importante vittoria.

Una vicenda da ricordare, nelle sue linee essenziali, a partire dalla privatizzazione di Tirrenia. L’allora governatore sardo Cappellacci prese spunto da quella situazione e dai rincari (legati per la verità soprattutto al caro carburanti) di quel periodo nei collegamenti con le isole, per entrare nella partita a gamba tesa: la Regione Sardegna fece un investimento di 10 milioni di euro di denaro pubblico sia per sovvenzionare attività promozionali, ma soprattutto per poter affittare da un armatore veneziano un paio di traghetti che vennero utilizzati per offrire un servizio a prezzi che hanno messo in difficoltà gli operatori privati, in barba alle leggi che regolano il mercato europeo.

Da lì il contenzioso con il ricorso all’antitrust e con le compagnie private, GNV in testa, che passarono a vie legali.

Proprio nei giorni scorsi, presso il tribunale di Genova, è stata depositata una sentenza che sembra destinata a fare giurisprudenza: la ricapitalizzazione di Saremar non può essere pagata con soldi pubblici: Illegali dunque gli 824mila euro che erano già stati versati a questo scopo e guai ad utilizzarne altro denaro pubblico.