cronaca

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Niente di personale con il sindaco di Pontinvrea, che ha deciso di farsi una sua regola per disciplinare i tempi del penultimo Dpcm del governo antivirus. Viva i sindaci coraggiosi e viva l’autonomia locale. Ma non certo viva la sua decisione di far tenere aperto il ristorante del suo ridente paese oltre l’orario ristretto delle ultime regole.

Lo prendiamo come un esempio del caos istituzionale che sta percorrendo l’Italia ai tempi di questo malefico virus. Ora capiamo bene quanto il nostro sistema, tra referendum fatti, referendum falliti, riforme fatte e applicate, riforme rimaste nel gargarozzo di tante classi dirigenti politiche della Prima, della Seconda e forse anche della presunta Terza Repubblica, sia oramai in preda al più grave disordine.

Colpa della pandemia, del maledetto virus, che chiama regole urgenti e mai abbastanza, che sfida lo Stato, le Regioni., i Comuni, fra un po’ le frazioni e magari i distretti, insomma tutto il territorio in tutte le declinazioni.
Ma in questo modo ci stiamo avviando a una emergenza istituzionale che quando il virus se ne sarà andato, come preghiamo e ci auguriamo tutti, avrà lasciato segni profondi nella nostra costruzione istituzionale.

Con le grida dei singoli comuni che decidono di chiudere o di aprire a loro piacimento, seguendo le pulsioni magari giustificate del loro territorio, siamo tornati indietro non solo di qualche Repubblica, ma magari di qualche secolo. Siamo all’epoca dei Comuni, che da bambini studiavamo nei libri di storia. Non può essere.

Il terribile flagello che stiamo vivendo, tanto per usare una nomenclatura di quei tempi antichi, si può affrontare solo con un senso comune, con regole generali. Faccio fatica, anche se comprendo benissimo la tripartizione dell’Italia in gialla, rossa e arancione e ne aspetto pure le variazioni, che magari scatteranno presto e ci riguarderanno da vicino noi liguri. Capisco la collaborazione dei singoli sindaci in qualche “stretta” ulteriore. Bisogna cercare di salvare il lavoro, l’economia.

Ma se il processo decisionale si frammenta troppo, allora andiamo verso una emergenza non più gestibile dal centro, mentre la regia deve essere ferrea. Ne va del nostro futuro e , ahimè, della nostra pelle. Con buona pace del sindaco di Pontinvrea e di coloro che sono andati a spalleggiarlo. Amen.