cronaca

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Poteva accadere che si venisse a Genova con la scusa del Salone Nautico, ma in realtà semplicemente mossi da un sentimento di solidarietà verso la città colpita da un lutto tremendo come il crollo del ponte Morandi. Non è stato così e bisogna esserne contenti.

Il Nautico ha vissuto il successo della sua edizione numero 58 per se stesso, per la qualità e quantità degli espositori, per le piccole e grandi decisioni che a livello nazionale hanno ridato un po' di fiato a un settore importante come quello della nautica. Il Salone ha convissuto con le difficoltà di una Genova orbata del suo collegamento principale verso ponente senza creare problemi e senza viverne. Oltre a quelli ordinari, ovviamente. Ma negli ultimi anni francamente non viene da chiamarli neppure problemi. Semmai, le complicanze naturali connaturate con la celebrazione del più importante evento internazionale che la Superba manda in scena.

Un successo anche gli appuntamenti collaterali e un successo la visita del Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella è il primo inquilino del Quirinale a venire in visita ufficiale al Nautico. Lui, certo, ha fatto la toccata e fuga proprio per la particolare situazione in cui versa Genova. Più che una visita, una testimonianza di rinnovata solidarietà e di attenzione per ciò che, si spera a breve, dovrà essere. E tuttavia il Presidente al Salone sembra la plastica dimostrazione del rinnovato splendore della kermesse. Ora, è sempre molto semplice, per un giornalista, essere ipercritico e cercare responsabilità per questo o quell'accaduto. Più complicato dare un nome e un cognome al merito di un rilancio che solo tre-quattro anni fa sembrava un pensiero velleitario, fuori dalla realtà.

Onestà intellettuale, invece, impone di declinare l'anagrafe di chi ha questa benemerenza: Carla Demaria, presidente di Ucina, l'associazione che è cuore e cervello dell'organizzazione del Nautico. La Demaria è quella che si potrebbe definire una lady di ferro. Quando ha assunto l'incarico non le ha mandate a dire alla città e, soprattutto, alle sue istituzioni, allora rette da un centrosinistra pasticcione e ormai sul piano inclinato della confusione lesionista e autolesionista. Ha dovuto fronteggiare anche la pena di una scissione in Ucina, Carla Demaria, ma bisogna avere il coraggio di dire che per il Salone Nautico è stata ciò che il compianto Sergio Marchionne ha rappresentato per la Fiat: la donna, in questo caso, della svolta, colei che ha avuto il coraggio di prendere di petto le situazioni più ostiche e anche di incrociare le lame con chi, in passato, pensava di poter fare il bello è il cattivo tempo.

Ora si ragiona sulla possibilità che il Nautico allunghi di un giorno la durata della prossima edizione. Sembra passato un secolo da quando pareva che il Salone dovesse addirittura chiudere i battenti a Genova per riaprirli altrove. Non è genovese, la Demaria, ma la grinta dei genovesi migliori ce l'ha davvero tutta. E questo Nautico è davvero la migliore testimonianza che Genova sa risorgere. Anche quando le cade un ponte addosso.