cronaca

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 Quello che penso su Autostrade penso sia più che evidente, ma si apre un grande dilemma su cosa sia meglio fare per il futuro di Genova: consentire ad Autostrade di ricostruire in tempi rapidi il ponte crollato e unire in breve tempo di nuovo ponente e levante o tenere una linea ferma sull’annullamento della concessione senza sapere oggi quali conseguenze avrebbe sui tempi di ricostruzione?

Premesso che le frasi dette dall’Ad Castellucci sulla possibilità di ricostruire il ponte in 8 mesi al momento sono solo parole, magari buttate lì per prendere tempo, rassicurare i mercati, valutiamo però, qualora garantissero i tempi, se la città accetterebbe questa soluzione oppure preferirebbe andare verso una seconda soluzione. Seconda soluzione che sarebbe quella di affidarsi al Governo, il quale però forse non è in grado di garantire i tempi ma solo dire che “si farà nel minor tempo possibile”.

Sinceramente io prevedo tempi molto più lunghi in ogni caso per tutto quello che deve essere fatto: dissequestro della zona da parte della magistratura che deve accertare cause e responsabilità, progetti, decisioni su case da abbattere, procedure di espropri, ricostruzione e molto altro.

Il Presidente Toti dice che entro un anno rivuole il Ponte: speriamo che lo facciano Commissario straordinario. Conosce bene la vicenda, ha capacità e supporto qualificato negli uffici della Regione e come Commissario avrebbe anche “poteri speciali” che possono semplificare le procedure sia per la ricostruzione del Ponte sia per ogni altra procedura necessaria per decidere e mettere in pratica opere. In caso contrario, ci vorrebbero mesi e mesi di procedure.

L’ideale sarebbe far ricostruire ad Autostrade senza che ciò comporti richieste di rinunciare all’annullamento delle concessioni da parte del Governo. Castellucci infatti nel suo discorso “disperato” preparato da esperti comunicatori cerca di farci sognare una realtà che non ha alcun riscontro concreto. Vorremmo ad esempio sapere se le loro proposte di sostegno per circa 500 milioni di euro siano condizionate o meno dal fatto che possano continuare ad essere i concessionari di ben 3000 km di autostrade nel Paese.

E però vorrei anche avere la posizione del Governo che bene fa a dire che l’annullamento (caducazione) della concessione è punto irrinunciabile davanti ad un concessionario che ha avuto su una tratta di sua competenza un disastro di tale portata. Vorrei che il Governo, che apprezzo molto per la posizione netta, forte, in totale contrapposizione con i vecchi partiti sempre accondiscendenti con i soggetti forti del Paese, dicesse a noi:
“Cari genovesi non vi preoccupate se annulliamo o meno la concessione, i tempi di ricostruzione non cambiano se costruisce Autostrade o se costruiscono altri che decideremo noi. Voi avrete in ogni caso il vostro ponte entro il.....”. 
Questo è quello di cui abbiamo bisogno noi. Tenuta morale forte certamente ma senza penalizzare i tempi per ridarci la possibilità di riprendere il nostro percorso quello di una città che era ripartita e ora si ritrova nella peggior situazione della sua lunga storia.

Se invece il caso Genova dovendo diventare un esempio di fermezza del nuovo Governo giallo-verde dovesse far sì che il ponte lo rivediamo fra 3,5 e più anni saremmo felici come italiani ma distrutti come genovesi. Pagheremmo noi uno scontro giustissimo, epocale, un cambio netto di come trattare con quelle lobby potenti, intoccabili, che per decenni hanno fatto quello che hanno voluto con il favore dei vecchi partiti.
Non dobbiamo finire stritolati in mezzo a questa situazione che rischia di creare a noi è solo a noi l’impossibilità di ripartire. Questo penso sia uno dei nodi primari da sciogliere e molto velocemente.