salute e medicina

Il racconto della prima dose di vaccino anti-covid a due voci
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 E poi il giorno di Pietro arriva. Tu ti vaccini, doppia dose, senza nemmeno pensare, perché così va fatto. Lo consigli ai parenti più anziani, segui i genitori nelle loro inoculazioni. Poi arriva il giorno in cui tocca a lui, il tuo primogenito: e iniziano i dubbi e le ansie. Costellate da una serie di domande a cui a dire il vero non trovi risposta. Non la trovi nemmeno nel crocchio delle mamme con cui hai condiviso tutto, dai primi aerosol alle prime parolacce...

Perché in fondo ti resta in coscienza un dubbio che ha poco a che fare con la scienza e poco anche con i movimenti che iniziano con la parola "no":
cresci figli che vorresti liberi di fare le loro scelte, anche di salute, e l'affidarsi completamente a una scienza che è per sua stessa natura in divenire e imperfetta ti inculca un tarlo. Già.

Così giunge l'apertura della vaccinazione alla fascia 12-17 anche nella nostra regione. Arriva e tu sei impreparata, subito ti colleghi (l'ho fatto la prima sera) al portale regionale, provi a inserire i dati. Un cavillo ti ferma e questo cuscinetto di attesa ti fa respirare. E' lì che decidi di parlare con lui, Pietro, e con la sua generazione. Ragazzi ma voi questo vaccino avete capito a cosa serve? Lo volete fare? "Mamma ma non possiamo aspettare?". E così.

Passano le vacanze lunghe con la nonna lontano da casa, la scusa perfetta per non affrontare la prima dose. Passano le vacanze con te, poi quelle con il papà. Ma agosto finisce, la scuola incombe. Pietro per il suo 13esimo compleanno chiede come regalo una cena nel suo ristorante preferito di sushi, al chiuso. Pietro fa gli occhi dolci a Sampdoria-Inter, lui che con il papà e lo zio ha passato le sue domeniche nella Sud. Pietro chiede quando ricominciano i suoi allenamenti di calcio, "mi potrò allenare?". Ma a Pietro devi dire: non si può, ti devi vaccinare, oppure tamponi continui.

E allora arriva il grande giorno e prima di accompagnarlo al teatro della Gioventù lo guardi dritto negli occhi, quegli occhi di bambino grande. Hai paura? "Sì mamma io odio i vaccini". Andiamo, sono qui con te.

Tutto perfetto. Dalla fila ordinata, all'accettazione, alla chiamata, al dottore che nel box chiacchiera con lui. Capisci che la tensione si è stemperata, lo vedi tranquillo. Finito il vaccino si accascia, dura pochi secondi, dice che non sente la bocca, le gambe, gli occhi. Arriva un medico che gli tocca il volto, vuole capire se è sudato. Lui ha 13 anni, non vuole contatti, lo scosta. Ma passa presto, capisci che qualcuno forse gli ha detto che succede...

Usciti dal teatro della Gioventù Pietro si fionda dentro la biglietteria della Sampdoria proprio lì davanti, vorrebbe un biglietto per Samp-Inter, ma senza green pass - a cui per 15 giorni dalla prima dose ancora non ha diritto - ancora non si può. Lo trovi un pensiero bello il suo, pulito, ancora infantile: iniziare subito a sognare dopo un'impresa che lo ha colpito e di cui ha dovuto tanto parlare, sentendo i racconti uno a uno degli amici più cari che lo hanno fatto prima di lui. Pietro sogna... Le cose che prima erano normali e che adesso hanno bisogno di un lasciapassare.

Pietro è tutte le ragazze e tutti i ragazzi della Liguria, si affida e si vaccina. Gli chiedo di raccontarmi come sta davanti a un video, lui mi vieta di filmarlo, nemmeno una foto. Penso che abbia ragione lui. Ma le chiacchiere in auto tornando a casa, quando tutto è finito e si pensa solo a cosa mangeremo stasera, sono bellissime.

"Non voglio parlare mamma, non voglio essere in tv!" Va bene Pietro. Ma posso scrivere? "Sì".

Pietro: "Prima di entrare ero agitato. Pensavo che non lo volevo fare. Ma mi ha convinto la gente tranquilla. Ho visto che tutti erano tranquilli. Poi quando sono entrato lì nello stanzino avevo ancora piu ansia. Quando mi ha fatto il vaccino ho chiuso gli occhi, appena preso in mano lo scottex con la siringa li ho chiusi così non ho visto. All'inizio non sentivo l'ago, pensavo che me lo avesse già fatto, invece no! E' arrivato l'ago, era come un pizzicotto ma ancora più forte. Poi mi sono alzato, mi sentivo la pressione bassa. Ci siamo seduti nell'altra sala e io ho avuto male dalla gola in giù, dalla gola alla pancia. Poi ha iniziato a farmi male l'aria quando la respiravo dalla bocca, la sentivo sui denti come se me li spingesse. Quando siamo usciti stavo molto meglio".

Pietro cosa ne pensi dei ragazzi che si vogliono vaccinare? "Lo trovo giusto ma non ero sicuro di farlo prima degli altri, volevo sapere cosa ne pensavano loro".

E la scuola? "Sono contento perché, se siamo tutti vaccinati, a scuola andremo senza mascherina. Per me non bisognerebbe indossarla. Tutti i miei compagni hanno detto che faranno il vaccino prima della scuola. E' brutto mettere la mascherina a fine estate, troppo caldo, mi dà fastidio".

Hai paura del covid? "Adesso che sono vaccinato no".