porti e logistica

Storia di una vecchia e cattiva abitudine
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Il caso del terminal rinfuse, acceso con lo sfogo di Spinelli sotto la lanterna, è il tema che riapre gli scontri fra le banchine del Porto di Genova.

Tensioni e giochi di potere non sono mai mancati. Ma la prassi, che ha avuto effetti molto negativi sulla città, è sempre stata quella di tenere nascoste le strategie, le decisioni, le pressioni legate agli interessi degli operatori portuali, con la politica che si è prestata a questo sistema di gestione dello scalo genovese.

Il tentativo di portare un deposito petrolchimico (della Pir di Ottolenghi) a pochi metri tra il terminal rinfuse e il San Giorgio, proprio a pochi metri dal simbolo della città è avvenuto con modalità analoghe a quelle utilizzate negli ultimi decenni: nel comitato di gestione dell’Autorità di Sistema, alcuni membri hanno sostenuto questo progetto, osteggiando le ipotesi alternative.

La città, Sampierdarena in testa, stava – di fatto – rimanendo all’oscuro da tutto, fino a quando Aldo Spinelli – che vuole portare i traghetti merci nelle banchine oggi vuote al Rinfuse, ha deciso di convocare nel terminal una conferenza stampa per svelare il disegno preparato da Ottolenghi con l’appoggio di potenti sponsor dentro il porto.

Al di là delle perplessità che non si possono nascondere legate alla collocazione del petrolchimico a poca distanza dall’abitato di Sampierdarena, e del fatto che anche Spinelli difende interessi di parte, ciò che oggi va messo in evidenza è che non è più accettabile il silenzio, il distacco tra porto e città: le scelte, le strategie, vanno discusse, ragionate, condivise con le istituzioni informando i cittadini. A Spinelli va dato atto di aver riaperto il dibattito.

Ciò che sorprende, semmai, è il silenzio di MSC, socio di Spinelli e parte in causa determinante nella vicenda terminal Rinfuse. Abbiamo chiesto all’ufficio stampa del gruppo di Aponte di intervenire, ma ci è stato risposto che l’azienda sta seguendo le notizie dai media e che “non c’è nulla da aggiungere”.

Primocanale vuole aprire il dibattito sul futuro del porto. Diventa difficile se un attore così influente come MSC si nasconde. Da Stazioni Marittime (dove il gruppo è in maggioranza) a terminal traghetti, da Calata Bettolo (dove i lavori sono fermi e c’è ancora da risolvere il delicato tema del passaggio delle navi verso altre banchine) al Terminal Messina (dove MSC sta tentando di entrare con positive prospettive sul gruppo), e poi il caso del Terminal Rinfuse:

lo scalo di Genova sta diventando il porto di Aponte: sarebbe opportuno che, nel rispetto della città, un gruppo che ha un peso determinante, che in base a come sposta i traffici incide in modo pesante sullo sviluppo della città, voglia comunicare, spiegare le strategie, far capire come intende creare occupazione e opportunità per Genova. Il tempo dei silenzi deve finire.