politica

Il commento
2 minuti e 13 secondi di lettura
Ma davvero Forza Italia pensa di risolvere i suoi drammatici problemi andando semplicemente alla guerra con Giovanni Toti? Nel giorno in cui il leader ligure della Lega, Edoardo Rixi, conferma che il governatore in carica dovrà essere anche il candidato di tutto il centrodestra alle elezioni della prossima primavera, tornano in mente le parole con cui il portavoce degli azzurri, Giorgio Mulè ha bollato la decisione di Toti di farsi un partito - Cambiamo! - e con esso di partecipare alle prossime tenzoni elettorali. Dice, dunque, Mulè: "Toti non potrà essere il candidato di Forza Italia".

Ora, va tutto bene quando ognuno decide di mettere in gioco il proprio destino, ma non bisogna avere anche la pretesa di fare torto all'intelligenza comune. Forza Italia, infatti, gioca a riunire le proprie esigue energie provando a (ri)trovare un minimo di compattezza contro quello che sembra diventato l'avversario principale. Cioè Toti. Ma sembra non considerare minimamente le difficoltà a cui andrà inevitabilmente incontro nel momento in cui Matteo Renzi metterà mano ad una propria creatura politica, anche se magari non in contrapposizione verso il Pd.

Che cosa c'entrano Renzi e il Pd con questa storia? Presto detto. Accadrà che Forza Italia, partito moderato per antonomasia giacché così lo ha sempre voluto il proprio padre-padrone Silvio Berlusconi, si troverà sì al centro del ring, ma in una posizione pochissimo invidiabile. Da una parte ci sarà Cambiamo! di Toti, con lo sguardo rivolto verso destra, e dall'altra troveremo il partito di Renzi, con lo sguardo rivolto verso sinistra.

Entrambi, però, occuperanno esattamente lo spazio vitale di Forza Italia, stretta fra due soggetti che avranno dalla loro una maggiore freschezza anagrafica, dei loro leader e dei sostenitori già dentro i palazzi, ed anche la sponda di una coalizione alla quale rivolgersi. Sia Toti sia Renzi, dunque, giocheranno a svuotare il residuo serbatoio elettorale dei berlusconiani, più di quanto non abbia fatto finora la Lega di Matteo Salvini.

Se questo è lo scenario, appare francamente risibile che alle latitudini forziste tutto il dibattito sia assorbito dalle teorie anti-totiane e da un no al governo giallorosso che in realtà, in più circostanze, Forza Italia ha mostrato di pronunciare con scarsa convinzione. Se resta ancora qualcosa, una minima cosa, di quello che fu il grande partito di Berlusconi, le ultime energie andrebbero profuse per provare a inventarsi una ricetta politica capace di un vero rilancio. Mettendo la sordina a Toti e a Renzi. Altrimenti, i moderati d'Italia avranno da scegliere. Con una alternativa che, però, non contempla più Forza Italia.