cronaca

1 minuto e 39 secondi di lettura
Quanti argomenti ha cancellato questo coronavirus che ci ha sconvolto la vita, costringendoci a ribaltare la scala delle nostre priorità. La prime pagine dei giornali e le aperture dei tg di quindici giorni fa sembrano, riletti oggi, testimonianze di un’epoca lontanissima, che fatichiamo a pensare come nostra. Il coronavirus ha terremotato interessi e cancellato personaggi.
Pensiamo solo alla politica. Chi sono Renzi, Di Maio, Salvini e persino Berlusconi se non fosse per la nuova fidanzata? Dove sono finite le Sardine che sguazzavano gaudenti negli acquari di Fazio e degli altri talk show?


La cancellazione assoluta della politica non è una cosa buona. Certo intendo quella politica che fa, progetta il futuro, costruisce, governa sena straparlare. Non quella degli inciuci e degli sgambetti, dei proclami e dei contro proclami.
Se ci troviamo con una rete ospedaliera che si regge esclusivamente sull’abnegazione di medici e infermieri è responsabilità di una politica equamente distribuita fra sinistra, centro e destra che nei tagli ha visto l’unico obbiettivo delle sue scelte. La parola “tagliare” ha governato le strategie italiane, in nome di una spending rewue, in italiano si chiamano risparmi, che si sono rivelati inutili e , peggio, devastanti. Il taglio assoluto ha cancellato ospedali, posti letto, forza lavoro medica e infermieristica. In dieci anni oltre diecimila giovani medici e ricercatori umiliati sono stati costretti a scappare dall’Italia! E da questo fallimento si dovrà ripartire con una ricostruzione che riconosca il ruolo assolutamente preminente della sanità pubblica insieme a una sanità privata convenzionata che diventi un forte supporto.

Tutto questo lo fa la politica, la classe dirigente del Paese. E quella dei territori, cioè delle Regioni e dei Comuni. Un compito immane che attende i futuri uomini pubblici quando questa tragedia si spegnerà. Non è argomento da battute che il coronavirus abbia cancellato la politica. Anzi, deve obbligarci a inventarne una nuova. La sfida di domani sarà anche questa.
TAGS